Luis Inacio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, è stato condannato in primo grado a nove anni e sei mesi, mercoledì 12 luglio, per corruzione.
Il verdetto del tribunale è arrivato al termine di uno dei processi dell’inchiesta “Lava Jato”, un’equivalente di ciò che fu Mani Pulite in Italia nei primi anni ’90. Al centro dell’inchiesta c’è lo scandalo per i fondi neri del colosso petrolifero Petrobras, di cui Lula è accusato di aver beneficiato. La sentenza è stata letta dal giudice Sergio Moro, responsabile delle indagini sulla trama di corruzione legata alla compagnia petrolifera statale. Lula è stato dichiarato colpevole di corruzione attiva, passiva e riciclaggio di denaro.
INTERDETTO DAI PUBBLICI UFFICI
Ma non basta. È stato interdetto dai pubblici uffici per 19 anni. La decisione tuttavia entra in vigore solo una volta esauriti tutti i gradi di giudizio. Luis Inacio Lula, 71 anni, non sarà portato in carcere finché la condanna non verrà confermata in appello ma a questo punto diventa molto difficile che Lula possa ripresentarsi, come aveva già deciso di fare, alle elezioni presidenziali previste per l’ottobre del prossimo anno.
L’ATTICO AL MARE: “RISTRUTTURATO CON LE TANGENTI”
La condanna emessa riguarda il primo caso nel quale Lula è stato coinvolto: i lavori di ristrutturazione di un attico, in una località balneare del litorale di San Paolo, Guarujà. Secondo il giudice Moro i lavori di ristrutturazione nascondevano in realtà il pagamento di una tangente legata allo scandalo Petrobras di 3,7 milioni di reais (circa un milione di euro). Questa circostanza è sempre stata negata da Lula, che si difende dicendosi vittima di un pregiudizio politico del tribunale nei suoi confronti.
BRASILE, UN PERIODO MOLTO DIFFICILE
Come sottolinea su Repubblica Omero Ciai, a livello popolare Lula è ancora molto amato in Brasile. I suoi otto anni da presidente (2003-2010) sono quelli che i brasiliani ricordano come la stagione del grande boom con milioni di persone uscite dalla miseria grazie ai suoi programmi sociali. Anni di grande crescita dell’economia e sviluppo grazie all’esplosione dei prezzi delle materie prime, dalla soia, alla carne, al ferro, al petrolio. Adesso invece il momento per il Paese è molto critico. Michel Temer, il presidente in carica che ha sostituito Dilma Rousseff dopo l’impeachment dello scorso anno, è in gravi difficoltà sia per la sua scarsissima popolarità che per il coinvolgimento in inchieste di corruzione.
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