È stato violentemente danneggiato da ignoti vandali a Palermo il monumento dedicato a Giovanni Falcone che si trova davanti alla scuola intitolata alla sua memoria. La testa è stata staccata e usata come ariete per sfondare una vetrata di ingresso dell’edificio. Sulla vicenda è stata aperta una indagine.
“Oltraggiare la memoria di Falcone è una misera esibizione di vigliaccheria“, il commento su Twitter del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. La scuola colpita dall’oltraggio si trova in via Pensabene, nel quartiere dello Zen. Non è la prima volta che la statua, che raffigura il magistrato ucciso nella strage di Capaci assieme alla moglie e agli agenti della scorta nel 1992, viene danneggiata. Dirigenti e insegnanti dell’istituto da anni sono impegnati a diffondere la cultura della legalità tra i ragazzi del quartiere, uno tra i più degradati della città. Il gesto arriva a poco più di una settimana dall’anniversario della strage di via D’Amelio, dove furono assassinati dalla mafia il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta, il 19 luglio 1992.
“Sono costernata da un episodio di vandalismo che per la seconda volta colpisce un baluardo di legalità in un quartiere estremamente sensibile della nostra città”, dice la sorella di Giovanni Falcone, Maria.
“Sono accanto agli studenti e ai cittadini del quartiere, che credono e si battono nel nome di Giovanni Falcone e che fino allo scorso 23 maggio hanno portato la loro rappresentanza in piazza Magione a onorare il nome di Giovanni e Paolo. Non ci arrenderemo mai e la statua risorgerà più bella di prima ma chiedo alla autorità di pubblica sicurezza di garantire per il futuro un presidio adeguato a un monumento simbolo della nostra città”.
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando esprime sull’episodio “sdegno, rabbia e rammarico. La memoria di Giovanni Falcone non potrà essere scalfita in nessun modo da alcuno. Proprio dalla sua memoria e dalla scuola, che con quel gesto vile è stata offesa, è iniziata la riscossa del popolo italiano e siciliano contro la mafia. Una battaglia lunga e impegnativa che sta vedendo e vedrà le mafie sconfitte”. Per la presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, “a 25 anni dalla strage di Capaci questo scempio ci ricorda che a Palermo la mafia c’è e si sente ancora forte“. A aggiunge: “A questa esibizione di mafiosità occorre reagire e non permettere che l’indifferenza calpesti la memoria del sacrificio del giudice Falcone. La città faccia sentire la sua ribellione e la sua vicinanza ai martiri della lotta della mafia”.
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