Il Premio Strega 2017 sarà ricordato più di altri. Paolo Cognetti, 39 anni, è stato una vera superstar. Con il suo romanzo “Le otto montagne” (Einaudi), sul valore dell’amicizia e degli incontri, e sull’amore per le alte vette, ha conquistato tutti.
Alla fine lo hanno premiato i ragazzi che gli hanno aggiudicato il Premio Strega Giovani, i giurati che gli hanno assegnato il vertice della cinquina, e a Villa Giulia, a Roma, la vittoria finale è arrivata il 6 luglio con 208 voti e un grande stacco dagli altri autori. Soprattutto tenendo conto che la media di scarto tra il primo e il secondo posto è di solito di 50 voti. “Questa vittoria la dedico proprio alla montagna che è un mondo abbandonato, dimenticato e distrutto. Io mi sono votato a cercare di raccontarla, a fare il portavoce. A cercare di fare il tramite tra la montagna e la pianura e la città” ha detto Cognetti all’annuncio della vittoria, bevendo il liquore Strega.
Adesso Le otto montagne diventerà un film. Travolto da un successo trasversale, Paolo Cognetti, milanese di origine ma valdostano di adozione, è già tornato in montagna. “Vivo in un posto potente, che mi emoziona, pieno di significato, lo devo raccontare mi sono detto. La storia è nata da qui. La qualità più grande de ‘Le otto montagne’ è che c’è qualcosa di molto vero”. Paolo vive in una baita vicino a Brusson nella Val d’Ayas, in Valle d’Aosta.
“Il grande lavoro sulla semplicità, che è un lavoro sulla verità, riesce ad arrivare con grande forza a più livelli” dice lo scrittore. Le otto montagne è diventato immediatamente un caso letterario: in via di traduzione in 33 paesi, con 100 mila copie vendute. L’autore racconta il rapporto tra un figlio e un padre, la nascita di un’amicizia, il legame profondo con un luogo e il valore degli incontri che durano nel tempo, attraverso la storia di Pietro, un solitario ragazzino di città che passa le sue estati in montagna.
Nato a Milano, Cognetti ha sempre sofferto la vita in città e sempre amato le estati selvatiche in montagna. “L’infanzia è quasi un’autobiografia ne Le otto montagne e poi il romanzo, in maniera un po’ misteriosa, prende una sua strada. Pietro non sono più io e la sua vita è forse quella che io sognavo” racconta lo scrittore, che dal 2004 al 2014 ha pubblicato con minimum fax quattro romanzi da Manuale per ragazze di successo a Pesca nelle pozze più profonde, ha studiato cinema, fatto il documentarista per anni ed è un grande appassionato di letteratura americana.
Cognetti che ha vinto anche la prima edizione del Premio Strega Off con il 57% dei voti calcolati proporzionalmente tra riviste, blog letterari e pubblico presente al Giardino Monk a Roma. Anche questa volta non ce l’hanno fatta le due donne in cinquina (l’ultima a vincere lo Strega è stata Melania G. Mazzucco nel 2003 con Vita): Teresa Ciabatti con la sua autofiction sincera e un po’ thriller La più amata (Mondadori) ha avuto 119 voti e data per superfavorita fin dalla candidatura si è dovuta accontentare del secondo posto. Wanda Marasco, per la seconda volta al Premio Strega, con La compagnia delle anime ferite (Neri Pozza) è arrivata terza con 87 voti. È risalito al quarto posto, rispetto all’ultimo della cinquina Matteo Nucci con È giusto obbedire alla notte (Ponte alla Grazie), che ha avuto 79 voti, mentre è arrivato ultimo Alberto Rollo con Un’educazione milanese (Manni), 52 voti.
Photo credits: Twitter @premiostrega; video credits: Rai Tre / @premiostrega
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