Continuano le indagini sul caso di Sissy Trovato Mazza, l’agente penitenziaria che, secondo gli inquirenti, ha tentato il suicidio: i familiari non credono a questa ipotesi. La criminologa Roberta Bruzzone interviene e svela la sua risoluzione sul caso.
La giovanissima agente di polizia penitenziaria Maria Teresa Trovato Mazza, per tutti Sissy, è in coma ormai dal primo novembre del 2016, a seguito di un colpo di pistola, esploso dalla sua arma di ordinanza, mentre era in servizio in un ospedale civile di Venezia. Secondo gli inquirenti, vi sono diversi elementi che lasciano pensare che la ragazza avrebbe tentato di spararsi con la propria pistola mentre si trovava all’interno dell’ascensore dell’ospedale, dove era di guardia per sorvegliare una detenuta che aveva da poco partorito. Nulla, secondo i familiari e gli amici, lasciava invece presagire che Sissy potesse arrivare a tale gesto. La famiglia Trovato Mazza continua a sostenere la tesi secondo la quale Sissy avrebbe subito un agguato da una mano che ha voluto far passare la vicenda come un tentato suicidio.
La verità di questo misterioso caso fatica ad emergere: solo Sissy Trovato Mazza potrebbe rivelare cosa le è accaduto in quel giorno di festa mentre si trovava in servizio. Purtroppo però la ragazza è in coma. Nelle scorse settimane il settimanale Giallo aveva annunciato l’arrivo imminente dell’archiviazione dell’inchiesta per suicidio, nonostante la tesi del tutto opposta della famiglia della ragazza. Per gli inquirenti, sarebbe emerso un quadro depressivo motivato da problemi di origine affettiva e che avrebbe spinto la giovane Sissy a compiere il gesto estremo. Nel settimanale la criminologa Roberta Bruzzone si è pronunciata sul misterioso caso, svelando per lei il passo da compiere nell’indagine: “Ritengo doveroso ricostruire in maniera precisa lo stato mentale di Sissy attraverso l’autopsia psicologica, forse l’unico strumento in grado di far luce in maniera definitiva sulle numerose anomalie di questa vicenda”.
Il padre di Sissy, Salvatore Trovato, continua a sostenere che la figlia è stata attirata con una trappola e fatta tacere. A sostegno della sua tesi, nei mesi precedenti a Chi l’ha visto?, ha dichiarato: “Ci ha raccontato che lei stava cercando di capire alcune cose che succedevano da tantissimo tempo nel carcere. Mi ha confidato che aveva scoperto delle cose…per quanto riguarda della droga e come venivano trattate le detenute dagli agenti e questo a Sissy non stava bene, è arrivata a litigare con le sue colleghe e con i superiori“. Dello stesso pensiero la madre, Caterina Martino, che rispetto alla ricostruzione data dagli inquirenti si dice scettica per diversi motivi: “Sissy non potrebbe mai fare una cosa del genere. Era in un momento bello della sua vita, aveva cambiato casa, era felicissima. Trasmetteva anche a me la sua felicità nelle telefonate. Non può essere stata lei a fare questo gesto. Nessuno ha visto niente nell’ospedale, nessuno ha sentito lo sparo”.
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