Seconda udienza del processo d’Appello contro Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. La parte civile chiede conferma dell’ergastolo per il muratore, già condannato in primo grado.
È giunta la seconda udienza del processo d’Appello contro Massimo Giuseppe Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. In questa giornata sono attese le arringhe difensive. Presenti nell’aula del Tribunale di Brescia la moglie di Bossetti, Marita Comi, la madre e la sorella del carpentiere, rispettivamente Ester Arzuffi e Laura Bossetti. Il 30 giugno 2017 si è svolta la prima udienza del processo d’Appello dove il pg, Marco Martani, ha chiesto la conferma dell’ergastolo e sei mesi di isolamento diurno. Come la scorsa settimana, anche questa mattina, 6 luglio 2017, si sono registrate code davanti al Tribunale di Brescia per assistere all’udienza.
Il presidente della Corte d’Assise di Brescia, Enrico Fischetti, è intervenuto sulla richiesta dei difensori di Massimo Bossetti che avevano preannunciato la loro intenzione di proiettare alcuni video e slide in aula necessari, secondo l’avvocato Paolo Camporini, per facilitare la comprensione delle linee guida della loro arringa difensiva. “In quest’aula non sarà ammessa la visione di video ricostruiti dalla difesa che non sappiamo neanche cosa siano. Il compito di questa Corte è effettuare un controllo sugli atti processuali che sono già corposi, 25 faldoni. Noi non ci lasciamo suggestionare. Avete scritto 258 pagine e i motivi d’Appello e poi presentato altre 110 pagine di motivi aggiuntivi. La discussione deve basarsi su questo”, queste le parole del presidente della Corte d’Assise. I giudici hanno però accettato di visionare le slide ad una condizione: “Purché depurate, vi prego, da ciò che non è contenuto negli atti e nei documenti del processo e nei motivi d’Appello. I video non ci interessano. Facciamo 20 processi all’anno su omicidi anche gravi, con bambini morti bruciati, e nessuno ci ha mai proposto video”.
Nel corso dell’udienza di questa mattina, 6 luglio 2017, l’avvocato Andrea Pezzotta, uno dei legali della famiglia della tredicenne Yara Gambirasio, è intervenuto affermando in merito alla vittima: “Era la bambina più solare del mondo e poteva suscitare solamente sentimenti di tenerezza, ma questo in una persona normale, a nessuno in quest’aula, tranne che ad uno, potevano venire in mente vedendola pensieri sessuali”. Il legale ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello di Brescia di confermare la condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti, “Il cui comportamento di natura sadica altro non è che riconducibile ad una devianza di natura sessuale”. Il legale di parte civile ha spiegato che: “Il dato più brutto in questa vicenda sono le sevizie inferte alla vittima, il dispiego di violenza gratuita che va oltre l’intenzione di uccidere” e la spiegazione di questo comportamento, secondo Pezzotta, starebbe proprio nella natura sadica di Bossetti. Yara, “Un povero fagottino nero sotto la pioggia – ha aggiunto l’avvocato della famiglia Gambirasio – era la preda perfetta per chi ha pulsioni insane“.
AGGIORNAMENTO ore 16.20: L’avvocato difensore di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni, durante l’arringa si è rivolto alla Corte d’Assise d’Appello di Brescia usando queste parole: “Facciamole, allora, queste perizie e andiamo a vedere se quel Dna è davvero il suo o se, come crediamo noi, non è il suo”. Stando a quanto riportato dall’Ansa, il difensore ha anche chiarito che il computer dell’imputato, sequestrato e analizzato durante le indagini, non è quello di un pedofilo e ha continuato affermando: “Cercheremo di convincervi che i dati presenti nel fascicolo non consentono di condannare Massimo Bossetti e voi dovrete essere sicuri oltre ogni ragionevole dubbio che quest’uomo è colpevole. Se i dubbi permarranno, voi dovrete assolverlo“. Il legale dell’imputato ha sostenuto inoltre che l’accusa si è basata solamente sulle emozioni, arrivando ad affermare cose incredibili, false e suggestive. L’approccio che quest’ultimo intende effettuare in difesa di Bossetti è scientifico e asettico.
AGGIORNAMENTO ore 18.40: Il cadavere di Yara Gambirasio, secondo quanto riportato dall’Ansa in merito alla difesa del legale di Massimo Bossetti, sarebbe stato rimaneggiato per depistare le indagini. A dimostrarlo, secondo l’avvocato Paolo Camporini, sarebbero i tagli presenti sullo slip, sulla schiena e sui polsi dell’adolescente: tutti fatti dopo la morte di Yara. Secondo il legale Camporini, che difende Massimo Bossetti insieme al collega Claudio Salvagni, l’omicidio della 13enne è stato sì commesso da un perverso sessuale sadico che non è però il muratore di Mapello. L’avvocato difensore, anche lui affrontando il tema Dna, nel chiedere alla Corte la perizia, ha aggiunto che Bossetti ha dichiarato: “Fate tutte le perizie che volete” e che il muratore sarebbe disposto anche a farle subito, senza aver paura del contraddittorio. Paolo Camporini ha poi continuato sostenendo che la sentenza di primo grado sarebbe autoritaria e assolutista soprattutto perché, per la difesa, Massimo Bossetti è innocente.
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