Il giudice con una risposta secca ha negato il braccialetto elettronico per il dermatologo Matteo Cagnoni, ponendo fine alla richiesta dei domiciliari dell’uomo, accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri.
Matteo Cagnoni, noto dermatologo accusato dell’omicidio della moglie Giulia Ballestri, ha preso in affitto un appartamento apposta a Ravenna, dove si tiene il processo, nella speranza di poter ottenere i domiciliari. L’uomo sperava fino all’ultimo di ottenere il famoso braccialetto elettronico per “fuggire” via dalla realtà del carcere, nel quale si trova da nove mesi e mezzo per prepararsi al processo.
Il gup Antonella Guidomei ha quindi risposto alla richiesta avanzata dagli avvocati di Matteo Cagnoni con no. Una risposta secca giustificata con la necessità – ha precisato il giudice dell’udienza preliminare nel suo atto – di preservare tutte e tre le ragioni che giustificano una custodia cautelare in carcere: pericolo di fuga, di reiterazione del reato e pure di inquinamento probatorio. Insomma, al dermatologo 52enne tocca incassare l’ennesimo no, giunto pochi giorni dopo il rinvio a giudizio per l’omicidio pluriaggravato e l’occultamento di cadavere della moglie, assassinata il 16 settembre 2016.
Giulia Ballestri è stata ritrovata nuda, con il corpo massacrato da un bastone di legno, recuperato dagli inquirenti nella villa abbandonata di sua proprietà a Ravenna. La 39enne, secondo la ricostruzione di chi indaga, è stata colpita e trascinata giù per le scale battendo ripetutamente la testa sui gradini, fino ad arrivare nello scantinato, dove poi è stata ritrovata. Dietro la sua morte, per la Procura, vi è la non accettazione da parte del marito della separazione, richiesta dalla Ballestri in quanto aveva intrapreso una nuova relazione con un altro uomo. Il processo si preannuncia lungo e combattuto. La decisione della Corte d’Assise arriverà solo dopo il termine dell’iter giuridico. Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Ravenna ha fissato la prima udienza per il 10 ottobre 2017.
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