A Bari due 17enni, un 15enne e due 13enni sono accusati di avere sottoposto a ripetute violenze sessuali una ragazzina di 12 anni. Per soggiogarla, la minacciavano di diffondere i video dei rapporti che era costretta a subire. La denuncia dei genitori di lei ha fatto partire gli accertamenti dei carabinieri. Per il 15enne rinvio a giudizio immediato.
Da alcuni mesi a Bari una bambina di 12 anni veniva costretta da un gruppo di ragazzi, tutti giovanissimi, a subire violenze sessuali: i ragazzini accusati del crimine sono stati bloccati dai carabinieri di Santo Spirito (quartiere del capoluogo pugliese). La notizia è riportata dal sito web dell’Ansa. I militari hanno eseguito la misura cautelare del collocamento in comunità nei confronti di due 17enni baresi. Un 15enne invece è stato direttamente rinviato a giudizio. Al terzetto si affiancavano anche due 13enni, quindi non imputabili. Tutti sono accusati di avere perpetrato ripetuti abusi sessuali ai danni della bambina.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Bari, hanno preso le mosse – informano i carabinieri con un comunicato diffuso martedì 4 luglio – dalla denuncia dei genitori della vittima, che, avendo iniziato a notare un atteggiamento di grande preoccupazione da parte della loro bambina, ne hanno raccolto la confessione e si sono subito rivolti ai Carabinieri. I militari hanno avviato gli accertamenti e hanno identificato i primi violentatori dopo avere ascoltato la bambina nelle forme dell’audizione protetta per i minori.
La piccola ha raccontato che da mesi era costretta da un gruppo di ragazzi, a subire violenze sessuali di varia natura, sempre in luoghi squallidi e sempre sotto la minaccia della diffusione di un video che la ritraeva durante un rapporto con uno di loro. Secondo quanto accertato dalle indagini, il gruppo l’avrebbe costretta più volte a sottostare, a turno, a ogni richiesta. Gli accertamenti sono stati svolti dai militari della Stazione con grande cautela e tempestività e sono partiti dalla identificazione dei responsabili, per poi svilupparsi attraverso audizioni protette, sopralluoghi, informazioni testimoniali di tutti coloro che, anche in minima parte, avevano percepito o avuto sentore delle violenze, nonché mediante immediati accertamenti tecnici sui telefonini posseduti dai giovanissimi presunti violentatori.
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