Si è volatilizzato in pochi minuti. Avrebbe preso un taxi per Genova. E adesso è caccia all’uomo. Giuseppe Mastini, 57 anni, ergastolano, è conosciuto col soprannome di Johnny lo Zingaro: negli anni ’70 e ’80 era un bandito e seminò il terrore a Roma. È stato coinvolto anche nell’inchiesta sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini.
Come tutti i giorni anche venerdì 30 giugno Johnny è uscito dal carcere di Fossano (Cuneo) con altri tre detenuti, come lui in regime di semilibertà e ammessi al lavoro esterno. Mastini però non è mai arrivato alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, al confine tra le province di Cuneo e Savona, dove svolge piccole mansioni. È svanito nel nulla. I tre compagni non hanno saputo, o forse voluto, dare spiegazioni.
PIEMONTE E LIGURIA: CONTROLLI E POSTI DI BLOCCO
Le forze di polizia, che hanno avviato le ricerche dell’ergastolano alla cui carriera criminale è stato dedicato anche un film, hanno allestito posti di blocco in Piemonte e in Liguria. Pare che le sue tracce conducano a Genova, dove forse sarebbe arrivato in taxi. Intanto interviene il suo avvocato, Enrico Ugolini: “Mi auguro che questo percorso riabilitativo, condiviso con il carcere e i magistrati, non venga interrotto. Che il mio cliente rientri e spieghi il perché si è allontanato. Non capisco: ha una condotta carceraria encomiabile ed è un punto di riferimento per i detenuti. Il mio cliente ha pagato anche per il personaggio che gli è stato cucito addosso”
OMICIDI, SEQUESTRI E FERIMENTI
E così il Biondino, altro nome con cui il criminale è passato alle cronache – il primo omicidio quando aveva solo undici anni -, dalla serata del 30 giugno è di nuovo un evaso. Sì perché non è la prima volta. Trent’anni fa, approfittando di una licenza premio per buona condotta, Mastini scappò di galera e fu protagonista di sanguinose scorribande che impegnarono le forze dell’ordine in una vera e propria caccia all’uomo, tra furti d’auto e rapine, il sequestro di una ragazza, Silvia Leonardi, l’omicidio di una guardia giurata, Michele Giraldi, e il ferimento di un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi. Johnny si arrese nelle campagne di Mentana (Roma).
L’ERGASTOLO, POI L’ODISSEA FRA LE CARCERI
Nel 1989 finì all’ergastolo e fu assolto – per insufficienza di prove – soltanto dall’accusa di avere ucciso l’allora console italiano in Belgio Paolo Buratti in un tentativo di rapina nella sua villa di Sacrofano (Roma). Da allora aveva scontato la sua pena in diversi penitenziari: Voghera (Pavia), Badu ‘e Carros in Sardegna e, appunto, Fossano, dove nell’ultimo periodo era stato ammesso al lavoro esterno.
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