Simone Veil, ex ministro e personalità storica della politica francese ed europea, sopravvissuta ad Auschwitz e alfiere dei diritti delle donne, è morta oggi 30 giugno a Parigi all’età di 89 anni. Il cordoglio del presidente Macron e dell’Europa.
“Mia madre è morta stamattina a casa sua. Avrebbe compiuto 90 anni il 13 luglio”, ha annunciato il figlio Jean Veil. Simone Veil fu tra le prime donne ministro e come responsabile della Famiglia e della Sicurezza Sociale ottenne l’approvazione della legge per la legalizzazione dell’aborto, approvata in Francia nel 1974.
Grande figura anche a livello europeo – è stata la prima presidente dell’Europarlamento, eletta a luglio 1979 -, per la Francia ha incarnato la memoria della Shoah, lo sterminio degli ebrei nel lager nazisti: di origine ebraica, nata Jacob, fu deportata infatti all’età di 16 anni al campo di concentramento di Auschwitz assieme alla famiglia e solo lei e la sorella sopravvissero. Il padre, la madre e il fratello non fecero ritorno.
Simone era nata a Nizza nel 1927. Nel 1946 aveva sposato Antoine Veil da cui ha avuto tre figli. Dopo aver smesso di esercitare la professione di avvocato nel 1956 comincia per lei la carriera al ministero della Giustizia e quindi al Consiglio superiore della magistratura. Viene nominata una prima volta ministra della Salute nel 1974, presidente Valery Giscard d’Estaing. È poi stata presidente del Parlamento europeo nel 1979, ministra della Salute nel governo di Edouard Balladur (1993-95) e poi nel Consiglio costituzionale, dal 1998 al 2007. Il presidente Emmanuel Macron ha espresso le sue più vive condoglianze alla famiglia di Simone Veil auspicando che “il suo esempio possa ispirare i nostri compatrioti che vi troveranno il meglio della Francia”.
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