La Commissione Europea ha multato Google per 2,42 miliardi di euro per violazione delle norme antitrust dell’Unione Europea. Secondo la Commissione, l’azienda statunitense ha abusato della sua posizione dominante come motore di ricerca, conferendo un vantaggio illegale a un altro suo prodotto, il servizio di comparazione degli acquisti nato come Froogle, poi Google Product Search e alla fine chiamato Google Shopping. La risposta ufficiale del colosso di Mountain View è arrivata attraverso una dichiarazione firmata da Kent Walker, Svp and General Counsel Google: “Siamo rispettosamente in disaccordo con le conclusioni annunciate oggi”. L’azienda, inoltre, sta valutando di “ricorrere in appello”.
Maxi multa a Google: il colosso Usa dovrà pagare 2,42 miliardi di euro perché secondo la Commissione Europea ha violato le norme antitrust dell’Unione Europea, abusando della sua posizione dominante come motore di ricerca in modo da conferire un vantaggio illegale ad un altro suo prodotto che propone un servizio di comparazione degli acquisti, nato col nome di Froogle, poi diventato Google Product Search e infine chiamato Google Shopping.
Secondo la Commissione Europea, l’azienda Usa ha “sistematicamente dato una posizione preminente” al proprio servizio di comparazione degli acquisti, a discapito di servizi analoghi ma rivali, relegati molto più in basso nella ricerca. La Commissione – che sostiene di essere approdata alla decisione dopo un’attenta rassegna dei documenti dell’azienda e di altri player, oltre che dopo un’indagine comprensiva di una mole enorme di dati sulle ricerche e un’estesa investigazione tra consumatori e attori nei mercati interessati – ha chiesto al colosso di Mountain View di mettere fine alla condotta illecita entro 90 giorni e di astenersi da altre misure che abbiano medesimo effetto.
La risposta ufficiale dell’azienda è arrivata attraverso una dichiarazione firmata da Kent Walker, Svp and General Counsel: “Siamo rispettosamente in disaccordo con le conclusioni annunciate oggi”. A Mountain View, inoltre, stanno valutando di “ricorrere in appello”.
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