In attesa della data dell’udienza per il processo d’Appello per l’omicidio di Guerrina Piscaglia, Padre Graziano si sfoga e denuncia un complotto contro la sua persona.
Il legale di Padre Gratien Alabi, il religioso condannato, nell’ottobre 2016, a 27 anni di carcere dalla Corte d’Assise di Arezzo per il delitto di Guerrina Piscaglia, torna a difendere l’uomo. Il frate congolese è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio volontario e della soppressione del cadavere della donna, scomparsa il primo maggio del 2014 da Ca Raffaello, e ora si trova detenuto ai domiciliari presso il convento romano dei Premostratensi. Attualmente Padre Graziano, fa sapere l’avvocato Riziero Angeletti, sta bene ma è in attesa che venga fissata la data dell’udienza alla Corte d’Appello di Firenze che, per non si sa quale ragione, è stata ritardata.
Padre Graziano, in un’intervista, ha spiegato di non aver mai avuto rapporti sessuali con la vittima, Guerrina Piscaglia, aggiungendo: “Non è facile sopportare una cosa del genere – riferendosi all’accusa di omicidio – , avere una forza psicologica e morale per sopportare questa cosa”. Il frate congolese insiste: “Hanno orientato tutte le indagini su di me. Potrebbero anche vedere, come si dice, altre strade per capire se la persona è morta realmente, se è scomparsa o da chi sta”. Il religioso ritiene infatti di essere stato incastrato da terzi e, a sostegno della sua tesi, rivela che anche il padre di Mirco Alessandrini, marito di Guerrina Piscaglia, ha detto ad uno dei suoi amici di essere dispiaciuto per la condanna ingiusta.
Parlando della sua nuova vita dopo la condanna, Padre Graziano ha affermato: “Ci sono dei preti che vengono a confessarsi da me. Io faccio le mie funzioni normalmente, come ho sempre fatto“. Il frate congolese ha poi ribadito: “Io vivo come ho sempre vissuto. Ora ho più tempo per pregare e per rendere servizio, soprattutto per i preti e gli studenti che sono via per gli esami. Sostituisco tutti quelli che sono assenti. Mi sento un po’ più felice facendo questa cosa“. Insomma, nonostante le forti accuse e la condanna che lo vede responsabile dell’omicidio di Guerrina Piscaglia, Padre Graziano è riuscito a ricostruirsi “una vita” agli arresti domiciliari.
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