Una ragazza italiana di 26 anni, L. B., di Tortona (Alessandria), avrebbe abbracciato le ideologie più estremistiche dell’Islam diventando una “foreign fighter”, pronta a combattere in guerra a fianco dei miliziani dell’Isis in Siria. Per questo gli uomini della Digos di Alessandria l’hanno fermata come “indiziata di delitto” nella notte fra ieri e oggi 24 giugno.
Per la donna, L. B., l’accusa è di “associazione di con finalità di terrorismo internazionale”. È stata prelevata da un’abitazione di Tortona, dove vivono alcuni parenti, e trasferita nel carcere di Torino, scrive Il Secolo XIX. Le accuse sono gravi e coinvolgerebbero altri soggetti. “Non ho ancora avuto modo di conoscere il contenuto degli atti e le contestazioni” ha dichiarato il difensore d’ufficio della ragazza, l’avvocato Nicoletta Masuelli di Alessandria. E aggiunge: “Resta in attesa di sapere quando sarà fissata l’udienza di convalida”.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore capo di Torino, Armando Spataro, e dal sostituto Antonio Rinaudo. Secondo le accuse la donna sarebbe entrata in contatto con alcuni soggetti maghrebini. Forse una relazione sentimentale, alla base della sua conversione. Il nostro Antiterrorismo ritiene la 26enne inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, scrive ancora Il Secolo XIX, “organizzazione per la liberazione del Levante” nato all’inizio dell’anno dalla fusione di quattro formazioni minori. Gruppo inizialmente affidato alla guida di Hashim al-Sheikh, conosciuto anche con il nome di Abu Jabir, molto attivo nella zona di Aleppo.
L. B. avrebbe fatto parte di questo gruppo, mettendosi a disposizione dei “fratelli combattenti”. Si tratta di un segnale importante, secondo gli investigatori e dagli apparati di sicurezza, perché questo caso segna un preoccupante innalzamento del livello di penetrazione della minaccia jihadista in Italia. Ma serve cautela. Il fermo della donna è solo un primo passo di un’indagine che coinvolgerebbe una rete più estesa di fiancheggiatori. E le accuse dovranno essere sottoposte nelle prossime ore al vaglio di un giudice torinese.
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