L’estate è esplosa e si ripresenta l’emergenza idrica. Penuria di acqua in tutta Italia e stato di emergenza a Parma e Piacenza. Acquedotti quasi a secco, fiumi a livelli bassi, agricoltura in ginocchio. E il pericolo incendi. Vediamo insieme, regione per regione, qual è la situazione.
L’estate 2017 rischia di essere critica soprattutto sul fronte incendi anche perché, ha spiegato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, “ben sei Regioni non hanno ancora mezzi aerei da utilizzare per spegnere le fiamme“: Basilicata, Molise, Abruzzo, Marche e Umbria hanno dichiarato di non avere a disposizione alcun mezzo aereo per intervenire in caso di roghi particolarmente impegnativi.
EMILIA ROMAGNA
La crisi idrica è dovuta a un lungo periodo di siccità a partire dall’autunno 2016, aggravato dalle elevate temperature estive e dai rilevanti afflussi turistici che hanno determinato un considerevole aumento delle esigenze idropotabili. A Parma e Piacenza è talmente grave che il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle due Province. Il Governo ha stanziato oltre 8 milioni di euro.
VENETO
La situazione è difficile in tutto il territorio della regione. Il governatore Luca Zaia ha firmato una nuova ordinanza che conferma lo stato di crisi idrica, per attuare le misure necessarie a contrastarla. In particolare è la carenza d’acqua nell’Adige a preoccupare: si temono conseguenze per gli acquedotti.
FRIULI VENEZIA GIULIA
La pochissima pioggia caduta negli ultimi otto mesi ha causato un deficit idrico generalizzato che si riflette sulle acque superficiali e sotterranee dell’intera regione. Anche il mese di giugno, seppur non ancora concluso, si preannuncia decisamente arido, in particolare nella fascia montana, dove ha piovuto tra il 25 e il 36 percento in meno rispetto alla norma.
PIEMONTE
Per le scarse precipitazioni, le temperature elevate e la fusione anticipata della neve, il bacino del Po è al di sotto della media storica: meno il 65 per cento rispetto al valore medio mensile storico. A rilevarlo sono i dati di Arpa Piemonte, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, secondo cui le riserve idriche del fiume raggiungono solo il 60 per cento della capacità massima.
SARDEGNA
Nell’Isola è stato già chiesto lo stato di emergenza per calamità naturale. Le precipitazioni registrate negli ultimi quattro anni in Sardegna sono state così ridotte da far considerare il quadriennio come uno dei più critici dal 1922. Tra il 2015 e il 2016, la pioggia caduta è stata troppo poca: tra il 30 e il 45 per cento in meno rispetto alla media. Ancora più drammatica la situazione degli ultimi tre mesi (marzo-aprile-maggio), quelli strategici per le esigenze idriche delle campagne, che hanno registrato un deficit intorno al 70 per cento, con punte fino al 90.
SICILIA
Solo in Sicilia negli ultimi 12 mesi le riserve idriche sono calate del 15 per cento. Secondo i dati dell’Osservatorio regionale sulle acque, illustrati durante l’iniziativa Watec Italy 2017, negli invasi mancano oltre 80 milioni di metri cubi di acqua. I due terzi (74,5%) dell’acqua che manca nelle dighe siciliane si concentra negli invasi Poma di Partinico (Pa), Rosamarina di Caccamo (Pa) e dell’Ogliastro a Raddusa (Ct).
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