Ester Pasqualoni, 53 anni, medico oncologo all’ospedale di Sant’Omero (Teramo) è stata accoltellata alla gola davanti al nosocomio il 21 giugno. Ricoverata in gravi condizioni, è morta poco dopo. Nella tarda mattinata del 22 giugno è stato trovato morto suicida un uomo a Martinsicuro (Teramo). Stando ai primi riscontri sarebbe lui il killer: uno stalker che da anni perseguitava l’oncologa
Aggiornamento ore 12:33 – È stato trovato morto suicida in un appartamento di Martinsicuro (Teramo) l’uomo che avrebbe accoltellato a morte l’oncologa Ester Pasqualoni. Lo scrive il sito web dell’Ansa. Sono in corso verifiche. Secondo quanto riferito finora dagli investigatori, dovrebbe trattarsi di uno stalker. L’uomo trovato senza vita è Enrico Di Luca, 65 anni, riporta il sito web di Tgcom24: si sarebbe impiccato. Sarebbe lui, un ex investigatore privato, lo stalker che tormentava da anni l’oncologa.
“Abbiamo idea di chi possa essere l’omicida e lo stiamo cercando” ha riferito un investigatore all’Ansa. Alla domanda se possa trattarsi di uno stalker, la stessa fonte ha risposto: “Si tratta molto probabilmente di una persona che dava fastidio alla vittima”. Secondo le prime informazioni, Ester Pasqualoni, responsabile del day hospital oncologico del Sant’Omero, aveva finito il turno di lavoro e stava andando a prendere la macchina nel parcheggio. Qualcuno avrebbe visto un’auto allontanarsi. Dai pochi elementi che stanno emergendo si sarebbe sentita anche una richiesta di aiuto. La donna lascia due figli.
NON ERA UN SUO EX MA UN UOMO OSSESSIONATO
“Aveva presentato due denunce contro il suo stalker, ma erano state entrambe archiviate” ha dichiarato, sempre all’Ansa, C. L., amica di Ester Pasqualoni. L’uomo, dice Longo, la perseguitava “da diversi anni”, la “osservava e seguiva, sempre e dappertutto. Si era intrufolato nella sua vita non sappiamo neanche come, con artifici e raggiri. Non era un suo ex, non avevano niente a che fare, era solo ossessionato da lei“.
IL COLLEGA: “SI È SPENTA FRA LE MIE BRACCIA”
Piergiorgio Casaccia, il medico del pronto soccorso di Sant’Omero intervenuto per primo sulla dottoressa del suo stesso ospedale, ha visto morire la collega fra le sue braccia. “Ero in servizio mi hanno avvisato e sono corso. Ho trovato questa persona a terra riversa in una pozza di sangue. Quando sono arrivato non aveva più polso. Ho cercato di capire se potevo fare qualcosa. Ma era chiaro che non c’era più nulla da fare”, racconta Casaccia ai cronisti. “È passato un altro collega. Abbiamo coperto il cadavere. Non l’avevo riconosciuta. Poi quando sono arrivati i Carabinieri, hanno visto i documenti e hanno chiesto se lavorava all’ospedale, a quel punto ho capito che era Ester. Intorno c’erano evidenti segni di colluttazione, c’erano due borse in terra, il cellulare. Una cosa assurda. Poi c’è stata solo disperazione e pianto. Perché, chi, chi può volere del male a Ester?”, si chiede il soccorritore. “Una persona stupenda che ha aiutato tutti i pazienti, anche di notte. C’è sempre stata per tutti. Tra le mie mani ha fatto gli ultimi respiri. Una cosa assurda pensare che era Ester”.
Photo credits: Twitter, Facebook
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