Cresce in maniera esponenziale l’interesse degli amanti dell’arte per la mostra, esposta a Palazzo Cipolla di Roma fino al 23 luglio, dell’artista francese naturalizzato americano Arman Pierre Fernandez intitolata Arman 1954-2005. Un percorso in cui le 70 opere esposte svelano il senso del “recupero” di un oggetto dell’artista che ha utilizzato gli articoli più disparati, ormai da buttare, assemblandogli e donando loro nuove forme compositive e nuova vita.
E’ scomparso nel 2005 Arman Pierre Fernandez dopo una carriera durata cinquant’anni piena di creatività e poetica. Dalla critica internazionale è considerato come uno dei maggiori artisti della seconda metà del ventesimo secolo e uno degli artisti di punta del Nouveau Rèalisme francese, movimento che negli anni sessanta ha avuto vita parallela rispetto alla Pop Art statunitense. La sua concezione artistica è quella delle “Accumulazioni”, ovvero opere costituite da oggetti di uso quotidiano assemblate in maniera del tutto differente fino a sembrare quasi “bizzarre”. Questi capolavori sono esposti nei musei più famosi del mondo, dal Moma di New York alla Tate Gallery di Londra. Nella sua carriera Arman è stato insignito delle più prestigiose onorificenze del mondo artistico: “Commandeur des Artes et Lettres”, “Grand Officier de la Lègion d’Honneur”, “Officier del’Ordre National du Mèrite”.
A palazzo Cipolla è presente con Arman 1954-2005, un’ampia retrospettiva, il cui allestimento è a cura di Germano Celant, che ricostruisce il lavoro dell’artista francese nel corso di 50 anni di attività. 70 opere tra scultura, disegno, pittura e “assemblage”. Tra le sue tecniche preferite l’uso di obliterazioni con timbri a inchiostro alternati a pennellate di colore oppure di resine e cemento per creare interessanti “inclusioni”.
Nella sezione denominata “Sandwich Combo”, risalente alla fine degli anni novanta, Arman indaga l’annullamento della funzionalità di un oggetto attraverso la sua distruzione o la scomposizione. Esplicative sono le opere “Eine Klein Nacht Musik”, ovvero la fusione tra un pianoforte e un letto a baldacchino, o “Du Producteur au Consommateur”, ibrido tra un carrello della spesa e un frigorifero.
L’ultima mostra di Arman Pierre Fernandez nel Bel Paese risale a quindici anni fa, quando l’artista era ancora in vita. Arman 1954-2005 sarà visitabile fino al 23 luglio.
Photo Credits: Inedita Bookshop
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