Omicidio Rosboch, il profilo shock di Gabriele Defilippi: un assassino spietato e manipolatore

La perizia psichiatrica ha rivelato nuovi dettagli inquietanti su Gabriele Defilippi, il giovane accusato dell’omicidio della professoressa Gloria Rosboch.

L’omicidio di Gloria Rosboch, la professoressa di 49 anni uccisa il 13 gennaio 2016 a Castellamonte, è uno dei più efferati e brutali delitti contemporanei italiani. La perizia psichiatrica, depositata nei giorni scorsi, redatta a seguito di cinque incontri con il reo confesso Gabriele Defilippi, ha fatto emergere chi è veramente l’ex studente: un narcisista, manipolatore che al momento del delitto era capace di intendere e di volere. Lo psichiatra Franco Freilone, per conto del giudice di Ivrea, Alessandro Scialabba, ha terminato la perizia psichiatrica, che avvicina sempre più il giovane verso l’ergastolo, con queste parole: “Riassumendo e concludendo è possibile affermare che non si è venuti a conoscenza di elementi per ritenere che, al momento dei fatti, Gabriele Defilippi non fosse in grado di intende o di volere. Gabriele Defilippi è apparso attualmente capace di stare in giudizio”.

Dalla perizia redatta a seguito dei cinque incontri, avvenuti nel carcere tra il marzo e il maggio 2017 con il giovane, è emerso un quadro scioccante. Gabriele Defilippi si sente un po’ uomo e un po’ donna e, nel passato, ha subito atteggiamenti negativi nei suoi confronti dai compagni di scuola a Castellamonte. Ciò lo convince a costruirsi diverse identità finte su internet. Crescendo conosce il mondo delle discoteche, inizia a fare uso di stupefacenti. Una dipendenza che diventa sempre più pesante nel corso degli anni. Per mantenere quel tenore di vita ha bisogno di soldi. Così Gabriele Defilippi si ispira a una serie di truffe che, come riportato dal Quotidiano Cavanese, a suo dire “Sono consuete in Canavese”.

Proprio durante gli incontri Gabriele fa mettere nero su bianco l’intera storia dell’omicidio di Gloria Rosboch, con dettagli agghiaccianti. Defilippi conferma che lui e Roberto Obert, il 54enne con il quale aveva una relazione, non volevano uccidere la professoressa. I due volevano solo spaventarla per convincerla a ritirare la denuncia, presentata per farsi restituire 187 mila euro. Soldi che, l’anno prima, Gloria Rosboch aveva consegnato al ragazzo, con la promessa di rifarsi una vita insieme in Costa Azzurra. In realtà quei soldi Gabriele Defilippi li ha spesi tra casinò e droga. “Nella testa sapevo di avere un piede nella fossa”, racconta Defilippi allo psichiatra. Ed è proprio in quel frangente che Gabriele mette in atto il suo piano: si arma di un filo per stendere i panni e, con il suo amante, va alla discarica di Rivara dove tenta di spaventare e raggirare Gloria Rosboch. I due tentano di raggirare la professoressa dandole una valigetta con all’interno il denaro: 55 mila euro in banconote vere e la restante quota (132 mila euro) in cartamoneta fac-simile. Da lì la situazione degenera. Gabriele Defilippi racconta allo psichiatra: “Gloria si è accorta delle banconote fasulle ed ha iniziato ad urlare ‘Chiamo i carabinieri e vi denuncio’. Così ho preso il cordino che avevo nelle tasche e l’ho cinto al collo”. Un delitto per gli inquirenti premeditato, compiuto con freddezza da due feroci assassini.

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