Trentuno anni, Marco Prato è stato trovato senza vita nel carcere di Velletri: si sarebbe soffocato con un sacchetto di plastica. Mercoledì 21 giugno avrebbe dovuto sostenere l’udienza del processo che lo vede imputato per l’omicidio efferato di Luca Varani, il 23enne torturato e ucciso al termine di un festino a base di droga e sesso il 4 marzo 2016 a Roma
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Ore 16:04 – “Non ce la faccio a reggere l’assedio mediatico che ruota attorno a questa vicenda. Io sono innocente”. Queste le parole scritte da Marco Prato poco prima di togliersi la vita nel carcere di Velletri. In una breve lettera, Prato avrebbe scritto i motivi per cui aveva deciso di farla finita. A quanto sembra nel biglietto il giovane chiede che ci sia un medico accanto al padre quando gli verrà data la notizia della sua morte.”Su di me tante menzogne”.
Si è suicidato nella cella del carcere di Velletri (Roma), in cui era detenuto, Marco Prato, accusato dell’omicidio di Luca Varani, il ragazzo massacrato nella capitale il 4 marzo del 2016 durante un festino a base di sesso e droga.
Domani 21 giugno Prato avrebbe avuto l’udienza del processo. È stato trovato durante il giro di ispezione con un sacchetto di plastica in testa: sarebbe morto soffocato. Il suo compagno di cella non si è accorto di nulla.
Prato aveva 31 anni. Il pm di turno ha autorizzato la rimozione della salma su cui verrà effettuata l’autopsia. Per l’omicidio di Luca Varani è già stato condannato, col rito abbreviato, a 30 anni, Manuel Foffo che, con Prato, aveva seviziato e ucciso la vittima. Marco Prato, a differenza del coimputato, aveva scelto il rito ordinario.
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