Il carcere a vita per le accuse di strage e devastazione. Nessun vizio di mente. Decaduto dalla potestà genitoriale. Così, un anno dopo i fatti, si ritrova Giuseppe Pellicanò, l’uomo che in via Brioschi a Milano provocò un’esplosione in cui morirono la sua ex compagna con altre due persone e rimasero ferite gravemente le sue due bambine
È stato condannato all’ergastolo Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario arrestato e processato per aver svitato il tubo del gas della cucina del suo appartamento: quella follia provocò un’esplosione nella palazzina di via Brioschi a Milano nel giugno 2016. Morirono l’ex compagna di Pellicanò, Micaela Masella, e una coppia di vicini di casa marchigiani, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi. Le bambine di Giuseppe Pellicanò rimasero gravemente ferite.
VIA LA POTESTA’ GENITORIALE
La sentenza è stata emanata lunedì 19 giugno dal gup Chiara Valori al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato. Pellicanò è stato inoltre dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale sulle due bambine. Un decadenza che avrà effetto dal momento in cui la condanna diventerà definitiva. Lo ha deciso il gup di Milano che non ha riconosciuto alcun vizio parziale di mente all’imputato, come richiesto dal pm Elio Ramondini.
STRAGE E DEVASTAZIONE
L’unico sconto è stato quello del rito abbreviato sull’isolamento diurno. Il vizio parziale era stato indicato in una perizia psichiatrica che evidenziava la depressione di cui soffriva l’uomo. Il gup ha escluso solo l’aggravante dei futili motivi confermando i reati di strage e devastazione.
LA LETTERA: “PERCHÈ?…”
Nella scorsa udienza i genitori di Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, assistiti dall’avvocato Danilo Bompadre, hanno depositato una lettera agli atti del processo: “Perché? Perché i nostri figli hanno dovuto pagare un prezzo così atroce e irreparabile per una storia che non è – non è mai stata nemmeno per un istante – la loro storia? Perché una fine così orrenda, così assurda, che racchiude in sé il carattere dell’ingiustizia assoluta?”. Questo uno dei passaggi del testo, così come riportato da Repubblica online, che conclude: “I nostri ragazzi sono innocenti in senso assoluto: assoluta è l’ingiustizia che hanno subito, assolutamente ingiustificabile la loro perdita”.
Photo credits: Twitter, Facebook
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