La famiglia di Emanuela Orlandi ha chiesto di riaprire il caso e incontrare il segretario di Stato Prolin per poter accedere al dossier segreto del Vaticano.
I familiari di Emanuela Orlandi non si sono arresi e continuano a chiedere la verità sulla scomparsa dell’allora ragazza. Proprio quando si sta per avvicinare il 34esimo anniversario della scomparsa di Emanuela, la famiglia ha presentato un’istanza di accesso agli atti per poter visionare i documenti conservati dalla segreteria di Stato. Una richiesta che, come sottolinea Il Corriere della Sera, potrebbe portare a risultati clamorosi. Inoltre la famiglia Orlandi ha chiesto un’audizione con il segretario Pietro Parolin per conoscere “In che modo e da chi è stata seguita la vicenda”.
Per la prima volta nella storia è stato depositato lunedì 19 giugno 2017, in Vaticano, il documento nel quale si parla esplicitamente di un dossier custodito in Stato Pontificio. Una circostanza che è emersa nel corso del processo Vatileaks ma che, fino a questo momento, era stata tenuta riservata. Eppure del carteggio, come si specifica nel ricorso, hanno parlato più fonti arrivando ad elencare la natura di alcuni scritti. L’ultimo mistero di un giallo che sembra non avere fine. A sostenere questa battaglia è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela che, al momento della scomparsa, aveva soltanto 15 anni. Il figlio del commesso della Casa Pontificia dal 22 giugno del 1983 non ha mai smesso di cercare la verità. Questa nuova strategia per rompere il silenzio, che ormai dura da troppi anni, consiste nel coinvolge direttamente le gerarchie della Chiesa e ciò è stato possibile grazie allo scandalo Vatileaks. Dal 2012, si è infatti tornati a parlare con insistenza di un dossier dedicato esclusivamente alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Un fascicolo che potrebbe contenere resoconti di attività inedite fino al 1997. Si spera che ciò possa far emergere il nome di chi in passato ha ostacolato la ricerca della verità sulle sorti della giovane.
Nell’istanza mossa dalla famiglia di Emanuela Orlandi si fa un riferimento esplicito: “Alcune fonti riferiscono dell’esistenza presso la segreteria di Stato del dossier con dettagli anche di natura amministrativa dell’attività svolta dalla segreteria di Stato ai fini del ritrovamento”. Tra gli atti elencati già acquisiti dalla procura, in particolare se ne cita uno, datato 22 aprile 1994, nel quale si ammetteva che: “Tutta la dolorosa vicenda fu seguita a fondo direttamente dalla segreteria di Stato”. Ecco spiegato il perché si ritiene fondamentale il colloquio con Pietro Parolin, considerato espressione del nuovo corso vaticano, scelto da Papa Francesco in persona al posto di Tarcisio Bertone. Un prelato che potrebbe parlare e offrire una svolta decisiva sul mistero di Emanuela Orlandi.
Il Vaticano però non tarda a rispondere: “Per noi il caso è chiuso“. Lo ha affermato monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato della Santa Sede, a margine di una conferenza stampa su un libro su Papa Francesco. “Sono stati già dati tutti i chiarimenti che ci sono stati richiesti. Non possiamo fare altro che condividere, simpatizzare e prendere a cuore la sofferenza dei familiari. Non so se la Magistratura italiana ha nuovi elementi. Da parte nostra non c’è nulla da dire in più di quanto abbiamo già detto“.
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