Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, in attesa dell’Appello ha ricevuto una dedica particolare da una persona speciale.
Sembrerebbe uno strano legame, nuovo ed inaspettato, quello che lega Massimo Giuseppe Bossetti con Raffaele Sollecito, il ragazzo arrestato, condannato e poi assolto per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia. Il giovane ha raccontato la sua vicenda giudiziaria in un libro, intitolato “Un passo fuori dalla notte“, e ha inviato una copia all’uomo condannato all’ergastolo per aver ucciso Yara Gambirasio. Come riportato dal Il Corriere della Sera, l’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ha conosciuto Raffaele Sollecito a un convegno: “Al termine ho preso due copie del suo libro. Una per me e una per Massimo. Abbiamo chiacchierato, gli ho detto per chi era la seconda copia, allora lui ha voluto scrivergli la dedica”.
Due persone con storie simili. Raffaele Sollecito è stato arrestato, assieme ad Amanda Knox, e condannato a 25 anni in Appello per l’omicidio di Meredith Kercher ma, nel 2015, è stato assolto in Cassazione in via definitiva per non aver commesso il fatto. In carcere è rimasto per quattro lunghi anni, per i quali ha chiesto un risarcimento di 516 mila euro per ingiusta detenzione: i giudici hanno rigettato la sua richiesta. Dall’altra parte abbiamo Massimo Bossetti, indagato e condannato all’ergastolo per aver ucciso la 13enne Yara Gambirasio. Il muratore si è sempre dichiarato innocente e, ad oggi, sono già 3 anni che si trova in carcere. Proprio come è successo a Sollecito, anche Bossetti spera che un giorno venga assolto e possa tornare ad una vita “normale” fuori dal carcere. Il contenuto della dedica non è stato svelato dall’avvocato difensore del presunto assassino di Yara Gambirasio.
L’avvocato Claudio Salvagni ha da poco depositato 102 pagine riguardanti i motivi aggiunti alle 260 pagine, già consegnate alla Corte d’Appello di Brescia, che provano, secondo la difesa, l’innocenza di Massimo Bossetti. I legali del carpentiere di Mapello cercheranno in Appello di cambiare il finale del processo cercando di instillare, nei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Brescia presieduta da Enrico Fischetti, il dubbio su chi abbia compiuto il delitto.
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