Il noto dermatologo Matteo Cagnoni, accusato dell’omicidio della moglie Giulia Ballestri, ha scritto una lettera di 12 pagine nelle quali racconta la sua verità.
Una lettera scritta a mano, lunga 12 pagine, nella quale Matteo Cagnoni racconta la sua verità sulla morte della moglie Giulia Ballestri. Il noto dermatologo, accusato di aver ucciso a bastonate la coniuge 39enne il 16 settembre 2016, nella villa di famiglia da tempo disabitata, ha inviato l’epistola al Corriere Romagna per dar voce ai propri ricordi e per far emergere ciò che lui ritiene essere la verità.
Nella lettera Matteo Cagnoni ribadisce la propria innocenza e scrive: “Chiunque dall’esterno poteva accedere, con una arrampicata, all’interno della villa, c’era una porta lasciata aperta”. Inoltre ribadisce: “Il mio corpo non portava alcuna traccia di difesa della vittima, com’è possibile?”, segno evidente, secondo il dermatologo, che non è stato lui a compiere il brutale omicidio. Nell’epistola l’uomo ci tiene a ribadire come in realtà il movente della separazione sia privo di fondamento, in quanto: “Con Giulia avevo raggiunto un accordo di separazione consensuale appena 3 giorni prima, ciò non ha pesato per nulla sulla carenza totale di movente”. “I media – aggiunge Cagnoni – parlano di me come di un assassino senza concessione al dubbio. Non invoco altro che un giudizio equo“.
Giulia Ballestri è stata ritrovata nuda, con il corpo massacrato da un bastone di legno, recuperato dagli inquirenti, nella villa abbandonata di sua proprietà a Ravenna. La 39enne, secondo la ricostruzione di chi indaga, è stata colpita e trascinata giù per le scale battendo ripetutamente la testa sui gradini, fino ad arrivare nello scantinato, dove poi è stata ritrovata. Dietro la sua morte, per la Procura, vi è la non accettazione da parte del marito della separazione, richiesta dalla Ballestri in quanto aveva intrapreso una nuova relazione con un altro uomo. Il processo a Matteo Cagnoni si aprirà il 22 giugno 2017 con l’udienza preliminare in cui dovrà scegliere il rito.
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