Chi è realmente Lorenzo B.S.? Cosa nasconde? Ecco tutti i legami tra l’uomo indagato per il delitto di Brembate di Sopra e quello che è entrato “in confidenza” con i superstiti del sisma.
Una notizia scioccante quella rivelata dal settimanale Giallo e denunciata anche da Roberta Bruzzone, nota criminologa italiana, sentita da Tiscali, sulla vicenda che lega il pedofilo condannato più volte, messo sotto inchiesta durante le indagini di Yara Gambirasio e scagionato dal test del Dna, con i superstiti della tragedia di Amatrice. La Bruzzone, sempre in contatto con gli amatriciani, ha dichiarato a Tiscali: “È la stessa persona, lo stesso Lorenzo B.S. che fu indagato per l’assassinio di Yara Gambirasio nel 2013. Lo stesso che è andato a minacciare i superstiti del sisma di Amatrice e a fare da predatore sessuale dei loro figli minorenni. E’ un violento ed è molto pericoloso, ha già alle spalle la perizia psichiatrica che certifica la sua inclinazione alla pedopornografia”.
Oltre alla nota criminologa italiana, anche il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, si è pronunciato in merito, dichiarando: “Le denunce sono state presentate e ora partiranno le indagini sul conto di questa persona”. “È un fatto terribile – continua il sindaco del comune della provincia di Rieti – che un personaggio del genere sia arrivato a dividere e colpire una comunità già profondamente segnata dalla tragedia, che sta provando a rialzarsi e ripartire. Ringrazio i giornalisti di Radio Amatrice che hanno indagato sui suoi profili social, scoprendone le falsità, incluso che fosse in contatto con la Prefettura e potesse procurare chissà quali favori e facilitazioni a chi aveva perso tutto nel terremoto”. Proprio una dei cronisti di Radio Amatrice, Emma Moriconi, ha smascherato Lorenzo B.S. dopo averlo “frequentato” su Facebook. La donna è però più cauta di Roberta Bruzzone, affermando: “Personalmente non ho elementi per sostenere che, per quanto possa avere precedenti e condanne per pedopornografia, abbia ripetuto quei comportamenti criminali avvicinando ragazzini o bambini di Amatrice. Per il resto, io, che ho già perso familiari e casa nel sisma, sono fra le persone minacciate che lo hanno denunciato. E ho portato l’articolo di Giallo ai carabinieri, chiedendo che quegli elementi riguardanti la pedofilia vengano inclusi nelle indagini”.
Lorenzo B.S. non è mai stato fisicamente ad Amatrice ma la sua presenza si basava sul noto social network: dall’interazione con chat e gruppi di solidarietà per i superstiti della distruzione del paese. Ma bastava una semplice differenza di pareri a far cambiare Lorenzo B.S., passando da persona gentile e disponibile ad aggressiva. Emma Moriconi raccontando la sua esperienza dichiara: “Una semplice differenza di pareri sull’operato di Renzi fra me e lui ne ha scatenato la metamorfosi. Via la gentilezza, ecco l’aggressività, le insinuazioni e gli insulti. Ha accusato alcune persone di aver rubato i soldi della ricostruzione, altre di essersi prostituite, di aver concesso favori sessuali, per avere la casetta di emergenza dopo aver perso la propria nel sisma. Malediceva i sopravvissuti, dicendo che il terremoto si era portato via le persone sbagliate. Ma era stato talmente affabile che alcuni di noi si sono schierati a suo favore, increduli. Così gli amatriciani si sono divisi“. Poi sono seguite le menzogne: “Queste figlie adolescenti, bellissime e ritratte in pose sensuali che esibiva su Facebook erano sospette, ed era una menzogna che lui ci stesse aiutando perché aveva perso una moglie di nome Laura nel sisma de L’Aquila. In quella tragedia sono morte due Laura, ultrasettantenni”. Questo episodio fa si che la giornalista di Radio Amatrice inizia ad indagare, tramite internet, e scopre che tra le bugie vi era quella dove, Lorenzo S.B., diceva di aver perso un figlio di nome Laurent colpito dalla leucemia; un nome che lui, condannato già a tre volte per possesso di materiale pedopornografico, usava per adescare minorenni nel periodo in cui i suoi post farneticanti su Yara Gambirasio convinsero gli inquirenti a indagarlo e a sottoporlo al test del Dna, col sospetto che potesse essere stato lui ad uccidere la ragazzina di Brembate.
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