Sulla felpa di Yara Gambirasio, stando alla relazione del medico legale, potrebbe esserci la prova che il corpo della ragazza non è rimasto per tre mesi nel campo di Chignolo, come sostenuto dall’accusa nel processo contro Massimo Bossetti.
Nuove indiscrezioni sull’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa il 26 novembre del 2010. Secondo il settimanale Oggi, sulla felpa della ragazza potrebbe esserci la prova che il corpo di Yara non è rimasto per tre mesi nel campo di Chignolo, come sostenuto dall’accusa nel processo contro Massimo Bossetti. Stando quanto dichiarato dal settimanale, ciò emerge dalla relazione medico legale di 470 pagine, alla quale l’anatomopatologa Cristina Cattaneo lavorò dal 28 febbraio all’11 agosto 2011, prima di consegnarla alla Procura. Se la ragazza fosse stata per 3 mesi nel campo di Chignolo, la felpa avrebbe dovuto presentare lacerazioni provocate dagli animali (come i roditori) e la polvere di ossido di calcio, come gli altri indumenti indossati da Yara Gambirasio al momento del ritrovamento.
Molti i dubbi sul perché la felpa sia rimasta illesa. Stando a questo particolare, si potrebbe ipotizzare una nuova tesi su quanto accaduto a Yara Gambirasio. Alla ragazza probabilmente, dopo la morte, le sono stati sfilati il giubbino, la felpa e le scarpe e solo in un secondo momento, prima di essere abbandonata nel campo di Chignolo, è stata rivestita. Se questa teoria venisse confermata, lo scenario ricostruito dagli inquirenti cambierebbe, facendo crollare una delle colonne portanti dell’accusa. I legali di Massimo Giuseppe Bossetti, condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Yara Gambirsio, in previsione dell’appello fissato il 30 giugno 2017, cercheranno di mettere in piedi una nuova linea difensiva.
Il settimanale riporta inoltre alcune tabelle illustrative sulla lesività rilevate sugli abiti della vittima, dimostrando che le lesioni causate dagli agenti esterni all’organismo dopo la morte, compaiono 2 volte sul piumino, 11 sulla maglietta, 7 sui pantaloni e 2 volte sulle calze. Solo la felpa, indossata al ritrovamento, si è salvata da queste tracce. Come è possibile? Le uniche lacerazioni sul capo vestiario sono dovute ad armi da taglio. Inoltre sulla felpa non sono presenti tracce di sangue, neanche nel punto corrispondente a quello della maglietta intrisa di sostanze ematiche. Se gli indumenti fossero stati indossati assieme dovrebbero essere macchiati nello stesso punto. Come mai non è così? Cosa è successo a Yara Gambirasio il 26 novembre 2010? Un giallo su cui ancora oggi si indaga in cerca della verità.
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