Effettuata l’autopsia sul corpo di Olindo Pinciaroli, il veterinario accoltellato tra Osimo e Polverigi. Sul corpo non sono presenti segni di colluttazione. Indagato per l’omicidio il collaboratore, Valerio Andreucci, che ha ammesso di aver fatto uso di cocaina.
Si è conclusa, nel tardo pomeriggio del 24 maggio 2017, l’autopsia sul corpo di Olindo Pinciaroli, il veterinario assassinato domenica 21 maggio. Il 53enne, ucciso tra Osimo e Polverigi, è stato accoltellato ripetutamente al tronco e al capo. Secondo le analisi effettuate presso l’Istituto di Medicina legale di Torrette, Pinciaroli non avrebbe reagito durante l’attacco. Sul suo corpo non vi sono segni di colluttazione. La vittima è stata colpita da parecchie coltelle letali sul tronco, una delle quali ha raggiunto il cuore. Inoltre il medico legale, Adriano Tagliabracci, ha riscontrato solo ferite da coltello e nessun trauma da colluttazione o derivante da un eventuale investimento stradale.
Dell’omicidio di Olindo Pinciaroli è accusato il suo giovane collaboratore Valerio Andreucci. Il ragazzo, di 23 anni, guidava l’ambulanza veterinaria su cui viaggiavano i due nella tragica mattinata. Inizialmente, stando quanto riportato da Il Resto del Carlino, il giovane è stato interrogato dal pm Marco Pucilli, il quale ha disposto il provvedimento di fermo, eseguito dai carabinieri nella mattinata del 22 maggio 2017. In seguito, davanti al gip Carlo Cimini, Valerio Andreucci è apparso visibilmente scosso ed ha ammesso di aver assunto circa 4 grammi di cocaina tra la sera del 20 e del 21 maggio 2017, senza però riuscire a riferire cosa accadde. Il giudice, inoltre, non ha convalidato lo stato di fermo richiesto dal pm Pucilli, ritenendo insussistente il pericolo di fuga, ma ha applicato la misura di custodia cautelare in carcere per gravi indizi di colpevolezza e rischio di reiterazione del reato. Resta ancora un mistero il movente che può aver scatenato la furia del presunto omicida.
Secondo gli accertamenti effettuati sulla scena del crimine, Olindo Pinciaroli è stato raggiunto dai primi fendenti, al tronco e al capo, mentre si trovava ancora sull’ambulanza veterinaria. I successivi colpi, quelli mortali, gli sono stati inferti dopo essere uscito dal veicolo, nel vano tentativo di sottrarsi al suo aggressore. Le ferite riscontrate su Pinciaroli sono compatibili con in coltello ritrovato poco distante dal luogo del delitto: un coltello con l’impugnatura di metallo, utilizzato dai macellai per tagliare la carne.
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