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“Trump pagato da Putin”: l’audio shock che fa rischiare l’impeachment

Pubblicato da
Redazione Velvet News

La presidenza americana sull’orlo dell’impeachment. Negli Stati Uniti è infatti bufera politica da giorni su Donald Trump ma adesso la situazione comincia a complicarsi per il capo della Casa Bianca. Lui reagisce furioso: “Contro di me la più grande caccia alle streghe della storia americana”

L’ultima rivelazione shock è del Washington Post. Un mese prima che Trump vincesse la nomina repubblicana, Kevin McCarthy, leader della maggioranza repubblicana e uno dei suoi alleati più vicini al Congresso, fece un’asserzione politicamente esplosiva in una conversazione privata a Capitol Hill con alcuni parlamentari repubblicani e di cui esisterebbe una registrazione ascoltata e verificata dal Washington Post: “Penso che Putin paghi Trump”. McCarthy pronunciò la frase lo scorso 15 giugno, in piena campagna elettorale.

Secondo quanto riporta il quotidiano della capitale, disse più precisamente: “Ci sono due persone che penso Putin paghi: Rohrabacher e Trump”. Dana Rohrabacher è un repubblicano californiano conosciuto nel Congresso come fervente difensore di Putin e della Russia. Lo speaker della Camera Paul D. Ryan, intervenne immediatamente fermando la conversazione, e bloccando ulteriori affermazioni di McCarthy, ordinando ai repubblicani presenti di non farne parola. Prima della conversazione, McCarthy e Ryan avevano tenuto due colloqui separati con il primo ministro ucraino Vladimir Groysman, che aveva descritto come tattica usuale del Cremlino quella di finanziare politici populisti per controllare, danneggiare e indebolire le istituzioni democratiche in Europa, soprattutto nei Paesi dell’Europa dell’Est.

Al commento di McCarthy qualcuno dei presenti aveva tuttavia riso, ma lui aveva aggiunto: “Giuro su Dio”. Ryan aveva poi detto: “Non diciamo niente di questo, è questo che fa una famiglia”. Le osservazioni sono rimaste segrete per quasi un anno. E McCarthy oggi 18 maggio ha replicato su Twitter per smentire e smontare ogni accusa: “È stato un tentativo di umorismo andato male. Non stupisce che il Washington Post abbia provato a trasformare questo in una breaking news”. Le rivelazioni del Washington Post tuttavia sono nuove tegole in una giornata già complessa per il presidente Usa, dopo che il dipartimento di Giustizia ha affidato l’inchiesta sull’interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali e sui possibili legami tra la sua campagna elettorale e funzionari russi, a un procuratore speciale, l’ex capo dell’Fbi Robert Mueller. “È la più grande caccia alle streghe contro un politico nella storia americana” ha reagito rabbioso Trump su Twitter.

Photo credits: Twitter

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