Addio al giornalista e scrittore Olivero Beha, deceduto il 13 maggio a Roma per un male che lo ha portato via in poco tempo
Oliviero Beha è morto a Roma sabato 13 maggio. Aveva 68 anni. Lo annuncia la figlia Germana, secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa. “È stato un male molto veloce – spiega -. Papà se n’è andato abbracciato da tutta la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”. Giornalista, scrittore, saggista, conduttore televisivo e radiofonico, Beha era nato a Firenze il 14 gennaio 1949.
Beha lascia la moglie Rosalia, i figli Saveria, Germana e Manfredi, l’amatissimo nipotino Michele. Dopo gli esordi a Tuttosport e Paese Sera Beha aveva lavorato tanti anni a Repubblica, come inviato, occupandosi di sport e società. Il lavoro con la tv arriva nel 1987 con Andrea Barbato a Va Pensiero, contenitore culturale della domenica di Rai3. Tante, negli anni, le trasmissioni di successo. Da Radio Zorro, premiatissimo programma di servizio di Radio Rai, alla Gazzetta dello Spot su Rai3 (tra l’89 e il 1990) fino a Brontolo, settimanale in onda su Rai3 dal 2010 , dedicato all’approfondimento politico e sociale.
Beha è stato anche autore di testi teatrali, saggista e poeta. Tra i suoi libri Sono stato io (Tropea Editore, 2004), Crescete e Prostituitevi (Bur, 2005), Indagine sul calcio (Bur, 2006, con Andrea Di Caro), Italiopoli (Chiarelettere, 2007, prefazione di Beppe Grillo), Dopo di lui il Diluvio (Chiarelettere, 2010), Il calcio alla sbarra (Bur, 2011, insieme ad Andrea di Caro), Il culo e lo stivale (Chiarelettere, 2012), Un cuore in fuga (Piemme, 2014). In molti ricordano una delle sue inchieste più famose, condotta nel 1984 insieme a Roberto Chiodi, in cui sostenevano che la partita tra Italia e Camerun del Campionato mondiale di calcio 1982 fosse stata combinata. Ipotesi, questa, per anni molto contestata.
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