Yuri Guaiana, radicale, membro dell’associazione “Certi Diritti”, è stato fermato per ore dalla polizia a Mosca insieme ad altri 4 attivisti russi, mentre andava alla procura generale per consegnare le firme raccolte dalla petizione contro il trattamento dei gay in Cecenia
Trattenuto in questura per alcune ore, è stato poi rilasciato insieme ad altri quattro giovani che lo accompagnavano. Ma l’avventura è stata brutta. Classe 1974, di Cantù (Como), Yuri Guaiana è stato fermato giovedì 11 maggio mentre “consegnava per conto dell’Ong AllOut le firme di cittadini da tutto il mondo che chiedono giustizia e verità sulle persecuzioni di gay in Cecenia“, hanno dichiarato il segretario dell’associazione “Certi Diritti” Leonardo Monaco, e Marco Cappato appena venuti a conoscenza dell’arresto.
“DETENZIONE AMMINISTRATIVA”
Ma Guaiana non è mai stato irraggiungibile fortunatamente. Così l’attivista italiano ha spiegato che stava bene, che era “in carcere, in una stanza con altri quattro cittadini russi e un poliziotto. Ogni tanto vengono a farci domande e chiedere documenti, in particolare a me per il visto. Non sappiamo cosa succederà adesso. Non abbiamo ancora mangiato, non ci hanno portato neanche un bicchiere d’acqua” aveva detto raggiunto al telefono, “ci hanno comunicato che siamo in detenzione amministrativa“.
UNA PROTESTA DA DUE MILIONI DI FIRME
Gli altri attivisti russi, fermati e rilasciati, sono Alexandra Aleksieva, Marina Dedales, Nikita Safronov e Valentina Dekhtiarenko. Portavano alla procura generale di Mosca oltre due milioni di firme raccolte in forma digitale per chiedere l’apertura di un’indagine. L’accusa, secondo quanto detto da Nikita Safronov alla testata Snob, era l’aver violato “l’articolo 20.2 del codice amministrativo”, ovvero l’organizzazione di manifestazioni senza autorizzazione. La stessa cosa ha ribadito l’avvocato di Russia Aperta, citato dalla Tass: “Nei riguardi dei cinque fermati sono stati compilati verbali amministrativi in base all’articolo 20.2 comma 2 del Codice amministrativo russo”. “In questo momento – ha aggiunto – tutti sono stati rilasciati dalla stazione Tverskoj della polizia”.
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