Il giudice del processo per l’omicidio di Fortuna Loffredo ha subito intimidazioni e minacce. Non è il solo: anche un cantante napoletano, che scrisse una canzone per la piccola, ha ricevuto minacce affinché rimuovesse il video.
Recapitato un avvertimento al giudice Alfonso Barbarano, presidente della quinta Corte d’Assise dove è in corso il processo per la morte della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni violentata e uccisa il 24 giugno del 2014 a Caivano. La busta recapitatagli al Tribunale di Napoli conteneva un messaggio e 2 proiettili: “Queste pallottole sono per te e per gli altri”. Un episodio inquietante che contribuisce ad alimentare la tensione attorno alla vicenda, tanto da richiedere la massima collaborazione tra le Procure di Napoli e di Roma. Chiari i riferimenti al processo sulla morte della piccola Loffredo.
La busta è stata spedita al Tribunale di Napoli dove sono in corso i primi accertamenti sull’omicidio di Fortuna Loffredo. Gli atti sono stati trasmessi alla Procura di Roma che coordinerà le indagini. Nel frattempo gli uomini della polizia scientifica stanno verificando i proiettili contenuti nella busta, nella speranza di risalire a eventuali tracce lasciate dagli autori del messaggio. Anche il cantautore napoletano Giancarlo Tommasone, che scrisse una canzone dedicata alla piccola intitolata “Canzone di Fortuna”, ha subito minacce e insulti nel dicembre 2016. L’artista ha deciso di rivelare quanto è successo solo recentemente. Il cantautore napoletano stava camminando per strada quando è stato avvicinato da due uomini a bordo di uno scooter che, con il volto coperto dai caschi, lo hanno insultato e intimato a cancellare il video da internet.
L’ipotesi degli inquirenti è che Fortuna Loffredo sia stata prima abusata e poi gettata nel vuoto dall’ottavo piano del “palazzo degli orrori” di Caivano. Il colpevole, secondo gli inquirenti, è Raimondo Caputo, accusato inoltre di aver violentato anche le tre figlie della sua ex convivente Marianna Fabozzi. Quest’ultima accusata a sua volta di concorso in violenza sessuale in quanto, secondo la Procura, era al corrente degli abusi e non avrebbe fatto nulla per impedirli. Il 10 maggio 2017 si terrà l’udienza per l’omicidio della piccola. Un procedimento che sta andando avanti tra mille difficoltà, verità nascoste, accuse reciproche, ammissioni e smentite.
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