In una telefonata a Donald Trump il presidente cinese Xi Jinping chiede saggezza e moderazione. Gli Stati Uniti replicano al regime di Pyongyang che aveva minacciato di “cancellare gli Usa dalla faccia della Terra”. Il 25 aprile potrebbe essere il giorno di una nuovo prova di forza di Kim Jong-un
Resta molto alta in Asia la tensione fra la Corea del Nord da un lato, e, dall’altro, gli Stati Uniti e i loro alleati “in loco”: Corea del Sud e Giappone. “Chiediamo alla Corea del Nord di astenersi da azioni provocatorie e da una retorica destabilizzante“, è il nuovo monito arrivato nelle ultime ore da Washington, per bocca del portavoce del Pentagono Gary Ross.
Il regime di Pyongyang “deve fare la scelta di rispettare i suoi obblighi internazionali e tornare a partecipare a seri negoziati”, ha aggiunto Ross, ribadendo come “il programma nucleare nordcoreano rappresenta una chiara e grave minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti“. L’avvertimento del Pentagono è stato lanciato poche ore dopo che Pyongyang si era dichiarata pronta a distruggere la portaerei americana Carl Vinson per mostrare la sua potenza militare e sostenendo di poter cancellare l’America dalla faccia della terra, essendo in grado di raggiungere gli Usa continentali e la regione dell’Asia del Pacifico con la bomba all’idrogeno.
La Cina intanto chiede saggezza. In una telefonata, lunedì 24 aprile, tra Xi Jinping e Donald Trump, il presidente cinese ha chiesto a tutte le parti di esercitare moderazione nella crisi. Xi ha sottolineato che la Cina è “fortemente contraria a ogni azione che possa violare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”, secondo quanto riporta il sito web di Cgtn, China Global Television Network, che fa capo a China Central Television, l’emittente televisiva statale cinese. La telefonata tra i due capi di Stato avviene alla vigilia dell’85° anniversario della fondazione dell’Esercito Popolare Coreano, l’esercito nord-coreano, che ricorre il 25 aprile, e che viene considerato una data sensibile del calendario di Pyongyang.
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