Il racconto shock di Salvatore Fuscaldo sull’omicidio di Antonella Lettieri

Salvatore Fuscaldo ha ammesso di aver assassinato Antonella Lettieri, la commessa di Cirò Marina uccisa l’8 marzo 2017. Secondo gli inquirenti la confessione dell’uomo è “lacunosa”.

Salvatore Fuscaldo ha confessato l’omicidio di Antonella Lettieri, la commessa 42enne di Cirò Marina assassinata nella propria abitazione l’8 marzo 2017. Il 50enne bracciante agricolo ha rivelato al sostituto procuratore Alfredo Mancadi di aver agito completamente da solo, escludendo la partecipazione della moglie Cristina Avena e del fratello Cataldo Fuscaldo. Dal carcere di Castrovillari nel quale è rinchiuso, l’uomo ha raccontato nel dettaglio la dinamica del delitto efferato.

Secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud, agli inquirenti Salvatore Fuscaldo ha raccontato di aver impugnato con la mano destra il “tubo dell’acqua“, reperito nella casa della vittima dove di recente vi erano stati dei lavori di ristrutturazione, e nella mano sinistra brandiva un coltello a serramanico trovato sempre nell’abitazione, probabilmente appartenuto al padre della vittima. L’uomo si è scagliato con furia contro la donna colpendola con una violenza inaudita circa una decina di volte. Alla domanda del perché abbia compiuto un simile gesto, Fuscaldo ha dichiarato di aver agito dopo l’ennesima richiesta di denaro da parte di Antonella Lettieri che lo ricattava accusandolo di essere la causa per la quale in paese era stata etichettata come “svergognata”, in seguito alla relazione clandestina che andava avanti da 7 anni. Dopo il delitto il bracciante, prima di rincasare, è passato nei pressi del vigneto in cui lavorava lanciando dal finestrino della sua auto, nella quale sono state rinvenute tracce del sangue di Antonella, le armi, gli scarponi e la tuta insanguinata. Una volta rientrato nella propria casa si è lavato nel bagno di servizio presente nel magazzino e poi si è recato al piano superiore per vedere la TV. La mattina seguente si è svegliato un po’ prima del solito per recarsi sul luogo dove aveva lanciato gli oggetti per bruciare gli indumenti e per sotterrare le armi del delitto.

Una versione definita “lacunosa” dagli inquirenti. Le dichiarazioni di Salvatore Fuscaldo sono ora oggetto di verifica da parte dei carabinieri di Crotone. Secondo quanto riportato da LaCNewssi ipotizza che la confessione del bracciante non sia spontanea, ma sia stata motivata dagli incontestabili elementi di prova raccolti a suo carico e dalla volontà di coprire le responsabilità di altre persone probabilmente coinvolte nell’omicidio.

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