A dieci giorni dall’arresto al confine con la Siria del giornalista, blogger e documentarista lucchese Gabriele Del Grande, qualcosa si muove. Una delegazione ha potuto recarsi in Turchia, ma non gli è stato consentito di incontrare Del Grande. Sui social la campagna #iostocongabriele. Giovedì 20 aprile a Milano manifestazione per lui
AGGIORNAMENTO ORE 20:48 – “Il vice console italiano ad Ankara e il legale turco di Gabriele Del Grande sono andati nel carcere dov’è detenuto il giornalista italiano, ma le autorità turche gli hanno impedito di vederlo“. A dare la notizia è il presidente della Commissione per i Diritti umani Luigi Manconi, che ha avuto un colloquio telefonico con l’avvocato di Gabriele Del Grande.
Cresce in Italia la mobilitazione per chiedere la liberazione di Gabriele Del Grande, 35 anni, il blogger, giornalista e documentarista italiano trattenuto senza motivo dalle forze dell’ordine in Turchia dopo che ne era stata annunciata l’espulsione, a seguito del fermo al confine con la Siria dieci giorni fa. Nella tarda mattinata di oggi 19 aprile, secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa, una delegazione del consolato italiano di Smirne si è recata nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, dove è trattenuto Gabriele, per incontrarlo. “Ho in fase di lavorazione un contatto mio personale e diretto con il Governo turco, per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda” ha dichiarato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano.
MANIFESTAZIONE A PALAZZO MARINO
Domani 20 aprile alle ore 18 a Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano in piazza alla Scala, si svolgerà un evento in sostegno del regista, mentre sui social media aumenta i contatti l’hastagh #iostocongabriele. L’eco del fermo di Del Grande cresce anche perché lo stesso Gabriele da ieri 18 aprile ha annunciato, nell’unica telefonata che gli è stato concesso di fare ai familiari, di aver cominciato lo sciopero della fame.
“LA RAGIONE DEL FERMO È LEGATA LA MIO LAVORO”
“Se mio figlio fa lo sciopero della fame c’è qualcosa sotto anche se non gli hanno fatto del male – ha detto ieri sera a Porta a Porta il padre del ragazzo – e sicuramente è venuto a conoscenza di qualcosa di scomodo per Erdogan visto che Gabriele dà voce a chi non ne ha…”. “I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro”, aveva dichiarato Del Grande ai propri familiari. “Da stasera (ieri sera 18 aprile) inizio lo sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti“.
PERCHE’ LO HANNO BLOCCATO
Secondo la ricostruzione di questi ultimi dieci giorni fatta sul sito web dell’agenzia di stampa Agi da Cecilia Scaldaferri, Del Grande è stato fermato dalla polizia turca il 9 aprile nella regione di Hatay al confine con la Siria poiché sprovvisto dei necessari permessi. Stava cercando di intervistare profughi siriani per il suo ultimo libro “Un partigiano mi disse“, un’opera sulla “guerra in Siria e la nascita dell’Isis raccontate attraverso l’epica della gente comune in un intreccio di geopolitica e storytelling”, come l’aveva annunciata lui stesso quando ne aveva lanciato il finanziamento attraverso il crowdfunding in Rete.
FORTRESS EUROPE e IO STO CON LA SPOSA
Del Grande è animatore del blog Fortress Europe, dedicato a far luce su quante persone, uomini, donne e bambini, ogni giorno muoiono nel mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europa per aver una vita migliore; ed è stato co-autore nel 2014 del film documentario, anche’esso dedicato al tema dell’immigrazione, Io sto con la sposa, presentato alla 71ª Mostra del Cinema di Venezia.
“NON MI CONTESTANO NESSUN REATO”
“Ho subito interrogatori al riguardo e ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me”, ha affermato poi Del Grande nel corso della telefonata del 18 aprile ai familiari. “Sto bene, non mi è stato torto un capello ma hanno sequestrato il mio cellulare e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato“, ha proseguito. Il giornalista è in Turchia dal 7 aprile. Ai familiari Gabriele ha raccontato: “Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento”.
LA FARNESINA: “LIBERATELO”
“Questa è la prima telefonata – hanno spiegato i familiari – che gli è stato concesso di fare da domenica 9 aprile, quando è stato fermato dalle autorità turche”. La Farnesina, intanto, ha chiesto che Del Grande, “sia rimesso in libertà, nel pieno rispetto della legge“. “Il ministro Alfano – si legge in una nota – ha disposto l’invio a Mugla, dove Del Grande è detenuto, del console d’Italia a Smirne per fare visita al connazionale”. È ciò che è successo, secondo quanto risulta, stamani quando appunto una nostra delegazione diplomatica si è recata presso il luogo di detenzione in cui è stato carcerato Del Grande.
Photo credits: Twitter, Facebook
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