Omicidio Morganti, negli sms di Castagnacci la verità sull’omicidio di Emanuele

Continuano le indagini per l’omicidio di Emanuele Morganti: al vaglio degli inquirenti gli sms e le chat Whatsapp di Mario Castagnacci. Si sospetta che il ragazzo abbia potuto commentare con gli altri indagati l’omicidio di Emanuele.

Le indagini sull’omicidio di Emanuele Morganti, il 20enne picchiato violentemente dal branco nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 marzo all’esterno di una discoteca di Alatri, continuano senza sosta. Ad oggi è ancora oscuro quale sia stato il movente dell’assurdo pestaggio che ha portato alla morte del giovane. Gli inquirenti non stanno tralasciando nulla proprio nella speranza di fare chiarezza sull’omicidio di Emanuele. Attesi i riscontri sul materiale informatico sequestrato agli indagati, che in tutto sono nove, sui quali pende l’accusa di omicidio volontario.

La ricostruzione di quanto accaduto quella terribile notte passa anche attraverso gli sms e i messaggi Whatsapp inviati dal cellulare di Mario Castagnacci, ritenuto – assieme a Paolo Palmisani – colui che ha inferto il colpo mortale sulla testa di Emanuele. Gli inquirenti si stanno concentrando sul telefono di Castagnacci, sequestrato lo scorso 28 Marzo all’entrata del carcere di Regina Coeli. Probabilmente l’indagato ha dialogato con qualcuno quella sera e i messaggi potrebbero essere decisivi ai fini delle indagini per risalire a tutti i colpevoli dell’omicidio di Emanuele Morganti e al movente del pestaggio di gruppo. I magistrati sperano così di poter ricostruire e fare luce su quanto è accaduto fuori dalla discoteca di Alatri.

Ris si occuperanno, nei prossimi giorni, dell’analisi del telefonino di Mario Castagnacci. Altri elementi potrebbero giungere da altri smartphone, quelli che potrebbero aver filmato quanto è accaduto quella sera. Nel frattempo, il cane di Franco Castagnacci, uno degli indagati per omicidio, è stato ucciso probabilmente con una polpetta con all’interno dei pezzi di vetro mentre era nell’abitazione dell’uomo. Potrebbe anche trattarsi di una ritorsione, ma per il momento le forze dell’ordine non si sbilanciano.

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