Il deputato dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, prossimo probabile candidato premier, parla di romeni “criminali” su Facebook. Protesta dell’ambasciatore George Gabriel Bologan e delle associazioni delle maggiore comunità straniera nel nostro Paese
In un’intervista a La Stampa l’ambasciatore della Romania in Italia, George Gabriel Bologan, ha espresso “preoccupazione quando le parole feriscono”. Ha appena letto quello che ha scritto il probabile prossimo candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio su Facebook il 10 aprile: “L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro (così nel testo, ndr) criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue!”.
Il post del deputato pentastellato fa riferimento, come sottolinea Ilario Lombardo sulla Stampa, alle parole del procuratore di Messina Sebastiano Ardita che ricordava come, secondo il governo di Bucarest, 4 romeni su 10 che avevano deciso di delinquere avevano scelto l’Italia. Il motivo? La debolezza del nostro sistema penale. A partire da qui Di Maio si è lasciato andare a un’equazione – “stiamo attraendo delinquenti, mentre le nostre imprese scappano dove i sistemi giudiziari sono più efficienti: come in Romania!” – che non poteva non scatenare la rabbia e le proteste dei romeni in Italia, dalle associazioni fino all’ambasciata di Romania. I romeni sono la maggiore e più numerosa comunità di stranieri in Italia.
“È un messaggio che, al di là delle opinioni personali, offende tanti miei concittadini di buona volontà”, ha scritto in una lettera inviata a La Stampa l’ambasciatore Bologan, che insiste sull’importanza delle parole: “Sosteneva John Austin che “pronunciare una frase significa svolgere un’azione che può distruggere o edificare”. E le parole, anche se in un certo contesto, possono offendere senza che questo sia il fine voluto. La comunità romena è ben integrata nel tessuto sociale italiano”. L’ambasciatore non vuole entrare nel merito della polemica ma non gli sfugge che a parlare così di un partner Ue è il leader del primo partito d’Italia: “Al di là della dialettica politica interna che non mi riguarda, credo che i messaggi positivi possano dare di più. Il dialogo e la conoscenza aiutano tanto”.
Photo credits: Twitter, Facebook
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