Una donna di 79 anni ha ucciso colpendolo alla testa il marito 86enne, paralizzato a letto, poi si è soffocata con un sacco di plastica. A scoprire i genitori senza vita è stata la figlia
Emotivamente e psicologicamente distrutta dalla malattia del marito costretto a letto da tempo e dalle sue stesse precarie condizioni di salute, una donna anziana ha ucciso il compagno della sua vita e si è poi ammazzata a sua volta. Così si può forse spiegare un omicidio-suicidio a Roveredo in Piano, in provincia di Pordenone. A scoprire i corpi senza vita è stata, nella serata di giovedì 6 aprile, la figlia della coppia, che non era riuscita a contattare telefonicamente i genitori.
La notizia è riportata dal sito web del Messaggero Veneto in un articolo a firma di Enri Lisetto. Secondo una prima ricostruzione, ad agire sarebbe stata Giuseppina Redivo, 79 anni. Con la base di un abat-jour avrebbe colpito ripetutamente al capo il marito, Roberto, 86 anni, uccidendolo, prima di togliersi la vita. Entrambi erano ammalati da tempo, l’uomo costretto a letto da oltre un anno, a seguito di una caduta dalla quale non si era più ripreso.
A scoprire il tutto, la figlia Maria Grazia che ogni giorno faceva visita ai genitori pensionati. Giovedì, alle 19.30, non ottenendo risposta, era entrata nell’appartamento, la cui porta di ingresso era chiusa a quattro mandate, trovandosi davanti ai genitori ormai privi di vita. Gli inquirenti ritengono che si sia trattato di un gesto premeditato (e compiuto nel pomeriggio), sia perché è stata trovata una lettera con cui la donna ha chiesto perdono per la sua azione ai figli, sia perché aveva preparato gli abiti funebri per lei e per il marito.
Al momento del rinvenimento, Roberto Redivo giaceva sul letto dotato di sollevatore della cameretta dove alloggiava da quando era impossibilitato a deambulare. Sarebbe stato colpito “al capo con violenza e più volte” con la lampada del comodino, rinvenuta accanto alla donna. Giuseppina Redivo, per tutti Pina, una volta compiuto il gesto si è spostata nella camera matrimoniale, accanto alla cameretta, dove si è lasciata morire con un sacchetto di plastica. I carabinieri hanno trovato una lettera scritta dalla pensionata: ha un «contenuto emotivo intenso e manifeste scuse», indirizzati ai figli.
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