Nell’area compresa fra Sellano (Perugia) e Monte Cavallo (Macerata) la terra ha tremato ancora. Mentre in Parlamento è in discussione il terzo decreto sulle zone terremotate
Una scossa di terremoto di magnitudo 3 è stata registrata alle 5 e 30 di oggi 6 aprile tra Marche e Umbria, in provincia di Macerata. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 9 km di profondità ed epicentro 2 km da Monte Cavallo (Macerata) e 14 da Sellano (Perugia). Il terremoto è stato preceduto da altre due scosse di minore intensità: 2.6 alle 5 e 22 e 2.3 alle 4 e 53. Non si segnalano danni a persone o cose.
E intanto a Roma il Parlamento si spacca sul decreto legge terremoto, il terzo in ordine di tempo sui recenti eventi sismici che hanno colpito Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria. Dopo che l’Aula di Palazzo Madama è stata di fatto blindata, perché è stata posta la questione di fiducia, la tensione è alta. In maggioranza i malumori crescono anche per la vicenda di ieri: l’elezione a presidente della Commissione Affari costituzionali di Salvatore Torrisi, senatore Ap, sostenuto dai voti delle opposizioni e dei franchi tiratori di maggioranza (il Pd aveva avanzato il nome di Pier Giorgio Pagliari).
Dall’Esecutivo nessun confronto, è la denuncia dei senatori di Forza Italia, che in mattinata hanno fatto il punto sulla situazione e sui provvedimenti varati dal Governo, alla presenza di alcuni sindaci delle zone colpite. Il sisma è stato un evento eccezionale, hanno detto in coro i sindaci, e il dl avrebbe dovuto essere altrettanto. Si riapre la riflessione sull’esigenza di un testo unico per l’emergenza, che nel nostro Paese non esiste. E sono passati pochissimi giorni dalla clamorosa protesta con i trattori a bloccare la via Salaria degli abitanti delle zone colpite dal terremoto a cavallo fra Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. Sabato scorso 1 aprile in tanti si erano radunati anche sotto Montecitorio per gridare ai politici la loro rabbia per aver ricevuto – dopo mesi di vita precaria – quasi solo container e pochissime casette prefabbricate. C’è da scommetterci: le proteste cresceranno.
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