Da Roma arriva il verdetto del tribunale amministrativo che blocca ogni operazione di espianto degli ulivi in Salento per realizzare il gasdotto transadriatico. Ma la tensione fra i No Tap a le forze dell’ordine resta altissima. Nuovi blocchi sulle strade e sfondamenti delle recinzioni del cantieri
La realizzazione del gasdotto transadriatico TAP, che collegherà il Mar Caspio in Asia centrale alla Puglia, terminale per tutta l’Europa, si blocca. Stop all’espianto degli ulivi da oggi 6 aprile per la decisione del Tar del Lazio (tribunale amministrativo regionale), che ha accolto un’istanza della Regione Puglia. Da settimane sono ormai quotidiane le proteste, i sit-in, i blocchi di strade, e le manifestazioni di molti abitanti del Salento leccese – la zona interessata dal passaggio del gasdotto è tra San Foca e Melendugno – contro le ditte incaricate di portar via fino a 10 mila ulivi: le piante saranno ricollocate a lavori terminati, ma la gente, spalleggiata dai sindaci, è su tutte le furie.
RECINZIONE SCARDINATA
Adesso il Tar ha sospeso tutto in attesa della discussione dell’istanza cautelare fissata per il 19 aprile. E si registrano nuovi danneggiamenti in località San Basilio, a San Foca di Melendugno, dove Tap deve estirpare – per poi piantarli nuovamente nella stessa area – gli ulivi per avviare i lavori di realizzazione del microtunnel del gasdotto. La recinzione di tutto il lotto A/1 risulta stamani totalmente priva della recinzione metallica, divelta probabilmente dalle frange più estreme degli attivisti che si oppongono alla realizzazione dell’opera.
BARRICATE SULLE STRADE
Nella mattina di giovedì 6 aprile le strade di accesso al cantiere sono nuovamente sbarrate da blocchi fatti con pietre, materiale di risulta e pneumatici. Tutta l’area è praticamente interdetta al traffico di qualunque veicolo. Le forze di polizia non sono presenti sul posto e i lavori sono fermi. L’iniziale “permesso” dato dai No Tap alla multinazionale per garantire la messa in sicurezza degli ulivi abbandonati in tutta fretta dopo la manifestazione di sabato scorso, è saltato dopo che i manifestanti hanno appreso quanto dichiarato il 5 aprile dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che al question time ha ribadito l’approdo del gasdotto si farà senza ulteriori ritardi. Le operazioni di messa a dimora degli ulivi in grandi tinelle sono pertanto ferme.
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