Il figlio, Daniele Logli, ha richiesto Tribunale una sentenza che certifichi “l’assenza” della madre. Un passaggio che gli consentirebbe agli eredi di poter amministrare i beni della persona scomparsa.
La dichiarazione di “assenza” di Roberta Ragusa, chiesta dal figlio Daniele Logli, è un primo passo per arrivare alla dichiarazione di morte presunta, per la quale servono 10 anni dalle ultime notizie della persona, e avrebbe l’effetto di trasferire i beni agli eredi. Questa è la prima volta in cui il figlio diventa parte attiva nella storia che vede indagato il padre Antonio Logli, condannato a 20 anni in primo grado per l’omicidio di Roberta Ragusa. Daniele, poco più che ventenne ha chiesto al Tribunale civile un pronunciamento di “assenza” per la mamma, sparita nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012.
Roberta Ragusa, sposata con Antonio Logli dal 1991 in regime di comunione dei beni, possedeva due immobili nella zona della Fontina, era comproprietaria con il marito e il suocero dell’autoscuola adiacente all’abitazione di famiglia, era proprietaria di un piccolo appartamento a Capoliveri all’isola d’Elba e di tre appezzamenti di terreno. Nell’elenco c’è anche una liquidità per circa 40 mila euro su una banca e altri 30 mila su un altro conto cointestato con il marito. Insomma un tesoretto che Logli rischiava di perdere nel caso della separazione dalla moglie. Un elemento forte nel quadro accusatorio nei confronti del marito e basato sulla testimonianza di una cinquantenne prostituta versilinese. Alla donna Logli confidò di vivere un matrimonio infelice e di non potersi separare per motivi economici.
Da anni i beni di Roberta Ragusa sono gestiti da un curatore nominato dal Tribunale su richiesta della famiglia: è lui la controparte della causa discussa di fronte al collegio presieduto dal giudice Leonardo Magnesa con i colleghi Roberto Bufo e Eleonora Polidori che, esaminati gli atti e acquisita la sentenza di condanna, si è riservato la decisione. Il figlio, Daniele Logli, non si era mai costituito parte civile nel marzo 2015 all’epoca del primo giudizio davanti al gip Giuseppe Larghezza e non lo ha mai fatto a dicembre. Stessa scelta due anni fa dell’avvocato di Firenze nominato dal Tribunale per i Minorenni come curatore dell’altra figlia dei Logli, attualmente ancora minore. In questi anni dalla scomparsa della mamma, Daniele ha sempre più legato con il padre e raggiunta la maggiore età è stato nominato amministratore della sorella minore.
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