Un uomo di 38 anni è stato ucciso a Prato con un colpo alla gola sferrato con un coltello o un cacciavite, mentre si recava al lavoro. La pista investigativa a cui lavorano i Carabinieri è quella di una rapina finita nel sangue. Le forze dell’ordine hanno ispezionato la zona dell’omicidio e hanno trovato poco distante, gettati in un cassonetto, lo zaino della vittima con i documenti e il portafoglio. L’allarme è stato lanciato da una telefonata anonima: “C’è un cadavere davanti al Tribunale”.
Salvo colpi di scena nelle indagini, si tratta di un omicidio a scopo di rapina l’uccisione di uomo di 38 anni a Prato, nella serata di giovedì 30 marzo. La vittima, un portiere di notte in un albergo, era appena sceso dall’autobus per recarsi a lavoro quando è stato aggredito e ucciso con un colpo alla gola sferrato con un coltello o con un cacciavite. La pista investigativa a cui lavorano i Carabinieri è proprio quella di una rapina finita nel sangue. Poco lontano dalla zona in cui è avvenuto l’omicidio, le forze dell’ordine hanno infatti rinvenuto lo zaino della vittima con i documenti ed il portafoglio, che erano stati gettati in un cassonetto.
Secondo quanto si legge su ‘Il Messaggero’, alcune telecamere di sicurezza, ora al vaglio dei Carabinieri, avrebbero ripreso la vittima, appena scesa dall’autobus, seguita dal presunto aggressore. Le immagini, tuttavia, non mostrerebbero l’esatto momento dell’aggressione. Forse, ma è solo un’ipotesi, il portiere potrebbe aver tentato di difendersi al momento della rapina.
A far scattare l’allarme – si legge sul ‘Corriere della Sera’ – è stata una telefonata anonima arrivata al 112: “C’è un cadavere davanti al Tribunale”, ha detto la voce di un uomo, che poi ha immediatamente riagganciato. Il corpo è stato rinvenuto nei giardini davanti al Palazzo di Giustizia di Prato, a due passi dal piazzale Falcone e Borsellino e dal nuovo museo Pecci di arte contemporanea.
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