Yara, fissato l’Appello per Bossetti. Qual è la verità sul caso della 13enne uccisa?

Condannato all’ergastolo in primo grado, Massimo Bossetti si è sempre proclamato innocente. A breve avrà la possibilità di far valere le sue ragioni al processo di Appello. Ma i suoi legali dovranno riuscire a confutare la prova del Dna ritrovato sugli indumenti della piccola Yara 

È stato fissato al 30 giugno 2017 davanti alla Corte d’assise d’appello di Brescia il processo a carico di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio, nel 2010, della tredicenne Yara Gambirasio. La Corte d’assise d’appello sarà presieduta da Enrico Fischetti, a latere il consigliere Massimo Vacchiano. Lo riporta il sito web dell’Ansa.

I legali di Bossetti, nel processo d’appello, contesteranno, come hanno sempre fatto durante il dibattimento che si è concluso con la condanna all’ergastolo del muratore il primo luglio dell’anno scorso, la validità della prova ritenuta fondamentale per i giudici di primo grado: il Dna trovato sugli slip di Yara che gli esperti hanno stabilito essere di Bossetti.

Anche il pm di Bergamo Letizia Ruggeri ha impugnato la sentenza ma solo per la parte in cui Bossetti era stato assolto dall’accusa di calunnia ai danni di un suo collega, verso il quale avrebbe cercato di sviare le indagini. Bossetti, che si è sempre proclamato innocente, è in carcere dal 16 giugno 2014: fu fermato quando venne accertata la corrispondenza, secondo gli scienziati, del suo Dna con quello che fino ad allora, era stato attribuito a “Ignoto 1”.

Massimo Bossetti è rinchiuso insieme ad altri 17 detenuti in una sezione speciale del carcere di Bergamo, quella riservata a chi commette reati a sfondo sessuale, quella protetta dall’odio e dal disprezzo degli altri detenuti. Ma essere in un altro compartimento non sempre basta. L’uomo, accusato di essere l’assassino di Yara Gambirasio, sarebbe stato bersaglio del lancio di un sasso durante l’ora d’aria nel cortile del penitenziario. A rivelarlo era stato due settimane fa il quotidiano Libero.

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Nel riquadro Yara Gambirasio. Nella foto in alto Massimo Bossetti

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Photo credits: Twitter, Facebook

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