Alatri, ucciso dal branco per difendere la sua ragazza: fermati due fratelli

Due giovani fratelli di Alatri sarebbero considerati dai carabinieri fra i responsabili del massacro di Emanuele Morganti, il ventenne del paese del Frusinate pestato a morte venerdì scorso dopo che aveva difesa la sua ragazza dalle battute pesanti di un coetaneo in discoteca

Ore 12:18 – Gli indagati sono 7, compresi i due fermati. “La vicenda è di una gravità spaventosa perché per motivi banali, una lite di una bevanda, si è arrivati alla morte di un ragazzo innocente e perbene. Tutto nato da un diverbio in discoteca non con un ragazzo albanese”, precisa il Procuratore Capo di Frosinone Giuseppe De Falco.

AGGIORNAMENTO ORE 11:56 – “Le due persone fermate gravitano in ambienti delinquenziali, e non escludiamo che abbiano inteso affermare una propria capacità di controllo del territorio, e stiamo verificando se il comportamento violento sia stato determinato anche da abuso di alcool e sostanze stupefacenti”, ha detto il procuratore capo di Frosinone Giuseppe de Falco in conferenza stampa. “Una volta fuori da locale e in posti diversi ci sono state più aggressioni da parte di alcune persone, aggressioni con modalità diverse ed intensità diverse. Dopo la prima aggressione Emanuele ha cercato di allontanarsi ed è stato seguito poi è ritornato per prendere la ragazza ed è stato nuovamente aggredito”.

Alatri è sotto shock. E i carabinieri intendono arrivare al più presto all’individuazione dei colpevoli dell’omicidio efferato di Emanuele Morganti, il ventenne pestato a morte nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 marzo fuori dal Circolo Arci Mirò Music Club, nel centro del paese, dopo che aveva difeso la fidanzata da apprezzamenti pesanti da parte di coetanei. Il ragazzo è deceduto dopo due giorni di agonia.

NEI GUAI DUE FRATELLI

A quanto trapela da indiscrezioni, dei nove indagati, italiani e stranieri, almeno due sarebbero stati sottoposti a fermi. E sarebbero in corso accertamenti anche su una presunta aggressione vendicativa ai danni di alcuni sospettati. I fermati, secondo il sito web di Ciociaria Oggi, sarebbero due fratelli, sulla bocca di tutti, in paese, da giorni. I quali per paura delle spedizioni punitive degli amici di Emanuele, si nascondevano a Roma e lì sarebbero stati raggiunti dalle forze dell’ordine.

“CHI SA PARLI, NO ALL’OMERTA'”

Anche le immagini delle telecamere sono state esaminate dagli investigatori. Al vaglio c’è la posizione di diverse persone italiane e straniere. Lo stesso sindaco di Alatri, Giuseppe Morini, ha lanciato un appello: Chi sa parli. Invito tutti a dire la verità, a collaborare con gli inquirenti affinché al più presto vengano individuati i responsabili. Alatri non deve essere omertosa. Fuori da quel locale c’erano tante persone, ma nessuno ha fermato gli aggressori o contenuto la barbarie, è terribile”, ha aggiunto il sindaco. Alla trasmissione Tv Uno Mattina, oggi 28 marzo, il sindaco ha dichiarato che “il Comune si costituirà parte civile nel processo per difendere l’immagine e la dignità della città e della popolazione alatrense”.

I MESSAGGI SU FACEBOOK

Sul suo profilo Facebook, la fidanzata di Emanuele scrive: “Non riesco ancora a realizzare tutto quello che è successo. Non meritavi tutto questo, non hai fatto niente di male. Una morte così. Ricordo uno dei tuoi ultimi messaggi di venerdì pomeriggio: ‘ti amo più di ogni altra cosa’ .- aggiunge rivolgendosi a lui – E continuerò a ricordarlo per sempre, come continuerò a ricordare anche te. Ti amo e lo farò per sempre”.

INTERVIENE MATTARELLA

La tragedia di Alatri è stata richiamata all’attenzione di tutti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Bisogna “contrastare le violenze, come quella avvenuta ad Alatri due giorni fa”, ha detto il Capo dello Stato, nel corso di un suo intervento al Quirinale.

LA FIACCOLATA

Nella serata di oggi 28 marzo, alle 21 nella chiesa di Tecchiena Castello, si svolgerà una veglia di preghiera, mentre sempre oggi ad Alatri è stato proclamato il lutto cittadino e domani 29 marzo dovrebbe svolgersi, sempre in centro, una fiaccolata per dire no ad ogni forma di violenza.

 

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Photo credits: Twitter

 

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