Luciano Moggi: “Agnelli-‘Ndrangheta? Stavolta crolla il calcio!”

L’ex Direttore Generale della Juventus Luciano Moggi ha parlato a ruota libera sull’inchiesta sui presunti rapporti tra l’attuale Presidente della Juve Andrea Agnelli ed esponenti della ‘ndrangheta, sugli anni di Calciopoli e sugli arbitri nel corso di un’intervista concessa a Pietro Senaldi e pubblicata sull’edizione di oggi, lunedì 27 marzo 2017, su ‘Libero’.

“Se incastrano Agnelli come hanno fatto con me, stavolta crolla il calcio”. Questo è il titolo di una lunga intervista a Luciano Moggi realizzata da Pietro Senaldi presente sulle colonne dell’edizione di oggi, lunedì 27 marzo 2017, di ‘Libero’.

L’ex Direttore Generale della Juve ha parlato dell’inchiesta sui presunti rapporti tra l’attuale presidente della ‘Vecchia Signora’ Andrea Agnelli ed esponenti della ‘ndrangheta: “Il nome della Juventus è quello che fa più rumore, quindi quando si parte con un’inchiesta si prende quello. È la solita tecnica: anziché fare indagini a tappeto per estirpare il fenomeno, si confeziona su misura un capo d’accusa sul soggetto più importante e lo si dà in pasto ai media e accreditare il proprio lavoro. (…) In Italia se emergi ti tagliano la testa. L’unico problema di Andrea Agnelli è di aver fatto troppo bene. Ha fatto rinascere la Juve dopo anni bui, coniugando perfettamente i successi sportivi al guadagno economico e si è affidato a collaboratori capaci come Marotta e Paratici. La storia della ‘ndrangheta è una caz..ta. (…) Quando ti occupi di calcio ti avvicinano migliaia di persone, magari anche solo per un selfie. Tu non puoi chiedere a tutti di esibire il loro casellario giudiziario. Può darsi che Agnelli abbia sottovalutato, di certo non sapeva. (…) Agnelli certo non conosceva i trascorsi di tutti i suoi interlocutori. Ma ammettiamo anche che li conoscesse superficialmente, la Federazione dovrebbe tutelarlo, anziché lasciarlo esposto. Calciopoli ha distrutto il calcio italiano, siamo stati eliminati due volte al primo turno dei Mondiali e in Europa facciamo ridere. Se si riapre il capitolo, finisce il calcio in Italia, non credo convenga a nessuno”.

Sulla sudditanza arbitrale nei confronti della Juventus, Luciano Moggi ha dichiarato: “La domenica prima della partita pregavo Dio per vincere bene e senza aiuti, perché sapevo che gli arbitri sarebbero venuti a farsi ben volere. È umano. Sudditanza psicologica? La chiamerei, in senso buono, migno……ne. Gli arbitri fanno quello che fa chiunque per fare carriera. (…) Nel 2006 mi hanno voluto incastrare. Se l’avvocato e Umberto fossero stati in vita certe cose non sarebbero successe. È difficile da spiegare, tanto le cose le sanno o le hanno intuite tutti”.

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