Attore, comico, regista e autore Marco Messeri è un cavallo di razza del teatro, del cinema e della televisione italiana. Da toscanaccio qual è scherza anche sui libri che ama leggere. Che sono tanti
C’è poco da fare Marco Messeri è un maledetto toscano. Nel senso buono della sagacia, dell’arguzia e della raffinatezza intellettuale. Gli si addice la definizione che lui stesso ha dato al suo ultimo spettacolo appena portato in scena: Maledetti Toskani, riecheggiando, sia pure con la “k”, per rafforzare il concetto, il celeberrimo pamphlet di Curzio Malaparte. E infatti sul palco Messeri impersona, in una carrellata a suon di musica, i personaggi che hanno fatto grande la sua regione nel Rinascimento, additandoli al pubblico con sferzante ironia.
Classe 1948, nato a Livorno, Messeri è fiorentino di adozione ma vive per lo più a Roma. Lo abbiamo contattato telefonicamente per domandargli delle sue letture preferite. Non è stato semplice e in un primo momento abbiamo dovuto concordare un secondo appuntamento perché “vedi, …è un miracolo se ho risposto…ora ho da pensare alle corde vocali…”. Già perché lui non si ferma mai. Nella sua attività teatrale e cinematografica ha trovato un posto ben saldo fra i caratteristi e gli attori della vecchia scuola, sempre capaci di strapparti una risata ma anche di lasciarti la bocca amara grazie a un’ironia che ti fa pensare più in profondità. È un cavallo di razza.
Nelle sua carriera è stato allievo di Paolo Poli, ha lavorato con Tino Buazzelli, Roberto Benigni e Massimo Troisi, ha composto perfino due dischi di canzoni scritte da lui stesso: Gomma-gomma, arrangiato da Fausto Mesolella degli Avion Travel, e Lumedinaso, dal titolo del suo spettacolo per la stagione 2007-2008, con dieci brani arrangiati da Paolo Silvestri. Adesso, dopo Maledetti Toskani la sua produzione teatrale temporaneamente si interrompe.
“Sono impegnato nella serie Rai Romanzo familiare di Francesca Archibugi, sono stato sul set per sei mesi, ora comincia il doppiaggio…poi lavorerò, sempre al doppiaggio, per la Disney, insomma gli impegni sono tanti”. Quando gli abbiamo chiesto: “Qual è il suo libro sul comodino?”, ci ha risposto scherzandoci un po’ su: “I libri che mi piacciono intanto sono….i miei, altrimenti non ne parla nessuno!”. Naturalmente non è vero che sono poco noti, ma vaglielo a dire. “Sono orgoglioso del miei Italia Bella, e Vita allegra di un genio sfortunato, su Benvenuto Cellini; poi mi piace Herzog di Saul Bellow, un’opera che vale assolutamente la pena di essere letta”. Non ne dubitiamo, maestro.
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