Per evitare attacchi terroristici dell’estremismo islamico è necessario “il controllo del territorio” in funzione preventiva. Vuol dire: monitoraggio dei foreign fighters che tornano, carceri sotto controllo, web e social sotto vigilanza costante
Dopo Londra potrebbe toccare a una grande città italiana. E con le celebrazioni dei Trattati di Roma del 1957, sabato 25 marzo nella capitale, sale il timore di attentati per mano dell’Isis anche in Italia. Compiuti magari da “soldati”, come lo Stato Islamico definisce tutti coloro che – anche lupi solitari, vedi l’attacco a Westminster del 22 marzo – colpiscono con ogni mezzo possibile (un suv che falcia i pedoni, ad esempio nel caso di Londra, o un tir che fa strage tra la folla, come a Berlino e Nizza). Il ministero dell’Interno, guidato da Marco Minniti, è preoccupato però anche per i foreign fighters, sui quali serve un monitoraggio stretto.
FOREIGN FIGHTERS E “RADICALIZZATI”
È da tempo, infatti, che, con le crescenti sconfitte dei miliziani dello Stato Islamico in Iraq e Siria, e il giro di vite da parte della Turchia, è diventato sempre più difficile per gli europei che vanno a combattere per gli estremisti islamici giungere sul posto e trovare il sostegno dell’Isis. Ecco allora che aumenta il rischio che i “radicalizzati” di casa nostra compiano qui gli attentati ai quali la propaganda islamista li incinta, soprattutto sui social media.
MONITORATE CARCERI E SOCIAL MEDIA
E sebbene siano poco più di 100 i foreign fighters che hanno avuto a che fare con l’Italia (ma pochissimi tornati dai teatri di guerra), occorre vigilare sugli ambienti a rischio: dalle carceri ai luoghi di ritrovo degli islamici, ma anche il web. In modo da cogliere per tempo processi di radicalizzazione. Bastano anche cambiamenti nell’aspetto esteriore, la barba che cresce, vestiti più tradizionali, per far scattare un campanello d’allarme.
ESPULSIONI IN AUMENTO
Ci sono già state 27 espulsioni quest’anno, l’ultima quella di un tunisino che viveva a Cinesello Balsamo. Ma non basta. Perché possono passare all’azione soggetti insospettabili, che si sono auto-radicalizzati sfuggendo alle ‘antenne’ degli apparati di sicurezza. Per questo serve anche un presidio accurato del territorio. E vigilati speciali sono i luoghi affollati di Roma e di tutte le nostre maggiori città, diventati obiettivo dei jihadisti a Londra come a Berlino e a Nizza.
Photo credits: Twitter