In un’intervista alla Faz il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha rilasciato dichiarazioni shock contro i paesi dell’Europa del Sud. Da molte parti si chiedono dimissioni immediate. Lui replica: “Non mi scuso”
“Durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto”: a causa di queste parole, pronunciate in un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem si ritrova ora al centro di una bufera con i socialisti europei che si chiedono se sia ancora adatto al ruolo che ricopre e il M5S che ne chiede le dimissioni immediate.
L’IRA DI RENZI
Ad attaccarlo anche l’ex premier italiano Matteo Renzi. “Il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem – scrive su Facebook – ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide – non trovo termine migliore – contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall’Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”.
MA DIJSSELBLOEM NON SI SCUSA
Ma intanto il capo dell’Eurogruppo (e ministro delle Finanze dell’Olanda) si è rifiutato di chiedere scusa per le sue parole cariche di disprezzo. “No, certo che no,” ha risposto a un deputato che gli chiedeva di scusarsi in un’audizione davanti ad una commissione parlamentare. “Dijsselbloem ha fatto delle considerazioni deplorevoli,” così ha protestato l’eurodeputato verde spagnolo Ernest Urtasun. “Forse a voi fa ridere, ma non credo che sia una una frase comica”. E un altro spagnolo Gabriel Mato (del Ppe) lo ha attaccato “così Dijsselbloem ha perso la sua neutralità e credibilità”.
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