Locri, don Ciotti: “Siamo tutti sbirri”. Mezzo milione di italiani in piazza contro le mafie

Dopo le scritte contro le forze dell’ordine e il prete di Libera una risposta corale arriva dalla Calabria per dire no a mafia, corruzione e “zone grigie” del malaffare. E sono 500 mila in 4 mila diverse città e paesi d’Italia le persone che hanno manifestato il 21 marzo per la Giornata del ricordo delle vittime di mafia

Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare”. A dirlo, oggi 21 marzo, don Luigi Ciotti dopo le scritte offensive nei suoi confronti (“don Ciotti sbirro”) e nei confronti delle forze dell’ordine comparse nella città calabrese ieri 20 marzo, all’indomani del forte monito contro “gli uomini della mafia senza onore né coraggio” lanciato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.

UN CORTEO DI MASSA

Oggi nella città calabrese, come riporta il sito web dell’Ansa, si è svolto un corteo di massa, con almeno 25 mila persone, voluto dall’associazione Libera di don Ciotti, per celebrare la XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. E sono 500mila le presenze nei 4mila luoghi italiani in cui, in contemporanea a Locri, si sta svolgendo la giornata. A riferirlo è stata Libera. In testa al corteo ci sono i familiari delle vittime che reggono due striscioni di Libera con lo slogan della Giornata di quest’anno: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”. Dietro di loro una grande bandiera della pace portata da ragazzi migranti minorenni giunti in Calabria a bordo di barconi nei mesi scorsi. A seguire i gonfaloni, le autorità e migliaia di persone giunte da tutta Italia.

Locri, don Ciotti: "Siamo tutti sbirri". Mezzo milione di italiani in piazza contro le mafie
La vedova del brigadiere Antonino Marino al corteo di Locri

LA VEDOVA MARINO

“Orgogliosa di avere sposato uno sbirro”. È la scritta che la vedova del brigadiere Antonino Marino, ucciso a Bovalino il 9 luglio del 1990, ha scritto sulla propria camicia bianca con la quale ha marciato a Locri nel corteo di Libera. “Quando ho visto le scritte di ieri – ha detto – mi sono arrabbiata, mi si è rivoltato lo stomaco. Da qui l’impulso di fare questa maglietta. Sono moglie e mamma di un carabiniere e oggi mi sento la mamma di tutti i carabinieri d’Italia. Gli sbirri sono persone perbene. Rispetto!”.

E LA PUGLIA RISPONDE

Un analogo corteo si è messo in marcia, al mattino del 21 marzo, verso piazza della Libertà, a Bari, Hanno sfilato in circa 5mila, tra studenti, familiari di vittime, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni provenienti da tutta la Puglia. La manifestazione è partita simbolicamente dallo stadio, scelto come luogo del raduno perché proprio lì, 25 anni fa, furono accolti migliaia di cittadini albanesi sbarcati dalla nave Vlora. In testa al corteo i familiari di alcune delle vittime di mafia pugliesi con indosso una maglietta su cui è stampato il volto del loro caro ucciso dalla criminalità. Poi intere scolaresche con mani di cartoncino con le scritte “libertà”, “coraggio”, “rispetto”, seguite dai gonfaloni dei Comuni che hanno aderito alla manifestazione e i sindaci di quelle città. Accanto al primo cittadino di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, i sindaci e i delegati dei Comuni di Statte, Mottola, Ruvo di Puglia, Bitonto, San Vito dei Normanni, Gioia del Colle, Mesagne, Cisternino, Spinazzola e Giovinazzo.

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Ragazze in corteo a Locri contro le mafie per la giornata nazionale indetta da Libera di don Ciotti

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Photo credits: Twitter, Facebook

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