Antonio Logli condannato a 20 anni per l’omicidio Ragusa: ecco le motivazioni del gip

Logli è stato condannato a 20 anni per l’omicidio di Roberta Ragusa: ecco le 134 che spiegano la motivazione dell’efferato omicidio

Il giudice Elsa Iadaresta ha compilato un dossier di 134 pagine in cui spiega le motivazioni della sentenza di condanna a 20 anni per Antonio Logli. Il documento è stato depositato sabato 18 marzo e da questa mattina le parti hanno avuto l’accesso al dossier che racconta, le motivazioni del Gip secondo le quali il marito di Roberto Ragusa è l’indiscusso colpevole dell’omicidio della moglie. In uno dei passaggi si legge: “Logli cominciò a delinearsi come protagonista di una galassia di menzogne che non risparmiavano nessuno. Un uomo dall’indole menzognera e con una consistente insensibilità d’animo palesata non solo nei riguardi di Roberta, ma anche di Sara, donna della quale si dice innamoratissimo, ma che costringe a una vita da perenne amante.”

Secondo l’avvocato Nicodemo Gentile presente come parte civile: “Il giudice ha ricostruito quanto da noi sostenuto circa l’indole menzognera del Logli che ha sempre negato anche quando era impossibile mentire: resta il dolore umano pensando ai figli e a Roberta che domani avrebbe compiuto 50 anni”. Il giudice che ha seguito il caso ha affermato che Logli “ha mentito sulla profonda crisi che attraversava da tempo il suo matrimonio” ma anche sulla sua lunga “relazione extraconiugale con Sara Calzolaio, iniziata nel 2004 e che ha riferito solo il 16 gennaio 2012 allorché la donna lo mise alle strette”.

Inoltre, sempre secondo il dossier raccolto da Elsa Iadaresta, Logli “ha mentito anche dopo avere rivelato la relazione riferendo di avere effettuato una sola telefonata alla Calzolaio, quando in realtà ve ne sono state tre consecutive, l’ultima delle quali alle 00.18 di appena 28 secondi” della notte in cui scomparve Roberta. Entro 45 giorni il legale di Logli, Roberto Cavani, dovrà presentare ricorso in appello contro la condanna. Se i giudici dovessero riconoscergli le attenuanti non concesse dal gip Iadaresta, l’imputato avrebbe diritto a uno sconto di un terzo della pena passando da 20 a 14 anni.

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