La premier britannica Theresa May ha stabilito il giorno in cui sarà richiesta l’uscita dall’Unione ai sensi dell’articolo 50 dei Trattati. Dal 29 marzo cominceranno i negoziati. Sale la tensione in Scozia, dove la first minister Nicola Sturgeon vuole portare il paese al referendum per l’indipendenza da Londra
Scatterà il 29 marzo 2017 il meccanismo di avvio della Brexit. Lo annuncia Downing Street, secondo la stampa britannica. È stato l’ambasciatore britannico a Bruxelles, Sir Tim Barrow, ad informare l’ufficio del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, della data scelta dalla premier inglese Theresa May. Immediate, rabbiose e persino ironiche le reazioni politiche in Scozia: “Abbiamo appreso dai media la data fissata da Theresa May, hanno di dimenticato di informarci…”, ha dichiarato, secondo il sito web di The Scotsman, Michael Russell, ministro del governo di Edimburgo.
UN NEGOZIATO DI DUE ANNI
L’iter prevede la notifica ufficiale all’Ue tramite una lettera firmata dal primo ministro con la quale si dichiara l’intenzione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione avviando quindi un negoziato della durata di due anni. “Siamo all’inizio del più importante negoziato per il Regno Unito nell’arco di una generazione“, ha affermato in una nota il ministro per la Brexit, David Davis.
LA REPLICA DELLA UE
Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha confermato che l’esecutivo “è stato informato in anticipo” dal governo britannico sull’intenzione di inviare il 29 marzo la lettera che invoca l’applicazione dell’art. 50 dei Trattati dell’Unione per l’uscita del Regno Unito dalla Ue. “Siamo pronti a cominciare il negoziato” ha aggiunto specificando che “subito dopo” la Commissione pubblicherà le raccomandazioni per il negoziato e che il presidente Ue, Donald Tusk, convocherà un vertice straordinario per formalizzare il mandato negoziale a Michel Barnier. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha confermato con un messaggio tweet che “entro 48 ore dall’invocazione dell’art. 50 da parte del Regno Unito, presenterò ai 27 la bozza delle linee guida” per il negoziato.
LA TENSIONE CON LA SCOZIA
Inevitabile lo sconcerto e la tensione in Scozia, dove la first minister del governo locale, Nicola Sturgeon, aveva chiesto nei giorni scorsi, ottenendo però un secco rifiuto, che la Gran Bretagna concedesse nuovamente a Edimburgo di indire un secondo referendum per l’indipendenza da Londra, dopo quello del 2014 in cui avevano prevalso gli unionisti. Sturgeon sta facendo una campagna politica, anche sui social media, per far restare la Scozia nell’Unione europea, dato il fatto che al referendum dello scorso giugno una netta maggioranza degli scozzesi si era pronunciato contro la Brexit, per il “Remain”. Ed è attesa per martedì 21 e mercoledì 22 marzo, al Parlamento di Edimburgo, la discussione sulla richiesta di autorizzazione da inviare a Londra per chiamare nuovamente gli scozzesi al voto tra l’autunno 2018 e la primavera del 2019.
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