Presentato il nuovo piano di risanamento aziendale. Che ha fatto infuriare i sindacati. Nuovo stop agli aerei della compagnia di bandiera fra venti giorni circa. Intanto il 20 marzo ancora disagi: già cancellati il 40% dei voli per l’agitazione dei controllori
Sarebbero circa 2.000 gli esuberi fra il solo personale di terra previsti nel piano di rilancio di Alitalia, che prevede anche l’assunzione nel 2019 di circa 500 unità per il personale di volo (assistenti di volo e piloti). Lo scrive il sito web dell’Ansa. Per questa ragione i sindacati hanno proclamato, venerdì 17 marzo, uno sciopero dei lavoratori per il prossimo 5 aprile. Sarà una giornata di prevedibile caos sulle tratte aeree nazionali e internazionali. Nel piano di risanamento aziendale ci sarebbe anche l’arrivo, nel 2019, di 8 nuovi aerei (che si aggiungerebbero all’unità entrata in attività circa 1 mese fa), che verrebbero utilizzati per una decina di nuove rotte di lungo raggio.
Secondo quanto sostengono i sindacati, infatti, nel piano presentato da Alitalia sono previste “fino a 500 assunzioni” di personale navigante fra piloti e assistenti di volo dal 2019. È inoltre previsto l’ingresso in flotta di 8 nuovi aeromobili di lungo raggio fra il 2017 e il 2021. La compagnia prevede anche di potenziare il lungo raggio con l’apertura di una decina di nuove rotte e destinazioni. I sindacati, al termine dell’incontro con Alitalia sul piano, hanno deciso lo sciopero unitario per il 5 aprile di 24 ore. Se dunque non ci sarà una vigorosa marcia indietro dell’ultimo momento, fra venti giorni giorni sarà una giornata di passione per i viaggiatori. Che si aggiunge a molte altre già vissute.
Già lo scorso 23 febbraio i dipendenti di Alitalia si erano astenuti dal lavoro per protesta contro la situazione dell’azienda che versa in gravissime condizioni. “Quelli di Alitalia sono problemi seri, c’è preoccupazione” aveva dichiarato il 20 febbraio il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. E un mese prima il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, aveva sparato a zero: “L’azienda è stata gestita male. Non esiste che si parli di esuberi prima di parlare di piano industriale. Nessuna azienda si salva senza piano industriale”.
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