“Il clochard arso vivo a Palermo? L’assassino non è pentito”

Lunedì 13 marzo la convalida del fermo dell’uomo che ha bruciato vivo Marcello Cimino, l’ex idraulico che dormiva sotto il portico della mensa dei frati a Palermo. “Non appare pentito”, secondo quando emerge dall’interrogatorio

È attesa oggi lunedì 13 marzo davanti al Gip di Palermo l’udienza di convalida del fermo di polizia per Giuseppe Pecoraro, 45 anni, il benzinaio che nella notte tra venerdì e sabato scorsi ha bruciato vivo Marcello Cimino, anch’egli di 45 anni, uomo senza fissa dimora, nel portico della mensa dei frati cappuccini, in via dei Cipressi. L’omicida ha confessato. È difeso dagli avvocati Brigida Alaimo e Carolina Varchi. L’avvocato Giuseppe Giamportone si è offerto di assistere gratuitamente i familiari della vittima. Le indagini sono coordinate dal Pm Maria Forti.

NESSUN PENTIMENTO

Nel corso dell’interrogatorio Pecoraro non avrebbe mostrato alcun segno di pentimento, tentando di giustificare il suo gesto. Lo scrive il sito web dell’Ansa. Inizialmente aveva anche cercato di negare tutto, prima di crollare. L’identificazione di Pecoraro è stata possibile grazie al video ripreso dalle telecamere installate nei pressi della mensa e dai tanti riscontri trovati dalla squadra omicidi della questura. In poche ore è stato ricostruito un litigio tra Cimino e Pecoraro, avvenuto davanti al negozio di frutta e verdura di piazza Cappuccini, a poche metri dalla mensa.

FOLLE GELOSIA

Un alterco causato dalla gelosia dell’omicida: pare che l’ex moglie di Pecoraro avesse iniziato una relazione con il clochard ucciso. I numerosi testimoni sentiti dalla polizia hanno ammesso, sia pure con qualche difficoltà, di aver visto litigare i due. Pecoraro condivideva spesso con il senzatetto il tempo che entrambi trascorrevano nella mensa della missione, dove il benzinaio si recava quando finiva di lavorare nel distributore di carburante che si trova a poche decine di metri dal refettorio dei cappuccini.

Giuseppe Pecoraro, reo confesso dell’omicidio di Marcello Cimino

LA NOTTE DEL MASSACRO

Separato anche lui dalla moglie, così come il clochard ucciso, Giuseppe Pecoraro, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe intrapreso una relazione con una donna; e non avrebbe sopportato le attenzioni che Cimino rivolgeva alla donna. I due avrebbero avuto alcuni screzi proprio per la gelosia del benzinaio, che due notti fa ha riempito un secchio di liquido infiammabile, lo ha gettato addosso al “rivale” e gli ha dato fuoco uccidendolo.

LA REAZIONE DELLA FIGLIA

Papà non meritava questo“, ha urlato una delle figlie della vittima. Il padre, ex idraulico, separato da tre anni, aveva una casa ma aveva deciso di vivere per strada. “Siamo turbati da tanta brutale violenza”, ha commentato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha fatto esporre le bandiere a mezz’asta sui balconi del Palazzo Comunale. In ricordo di Marcello anche una fiaccolata con il corteo fin sul luogo in cui è avvenuto l’omicidio.

Marcello Cimino, 45 anni, ex idraulico che viveva sulla strada a Palermo: è morto arso vivo

Photo credits: Twitter, Facebook

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