A undici anni dall’evento di cronaca che sconvolse l’Italia, Rosa e Olindo sperano nell’ultima chance per riaprire il caso per il quale sono stati condannati all’ergastolo. Già accolto il ricorso sull’analisi dei nuovi reperti, l’ultima parola spetta alla Cassazione. I coniugi Romano continuano a sperare.
Diventa sempre più concreta la possibilità che si giunga ad un’impugnazione straordinaria della sentenza di condanna passata in giudizio, il 3 maggio del 2011, dalla Suprema corte di Cassazione di Roma che ha riconosciuto in via definitiva come autori del massacro Olindo Romano e Rosa Bazzi; condannati all’ergastolo con isolamento diurno per 3 anni prima dalla Corte d’Assise di Como e poi dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano. A riaccendere le speranze per i coniugi Romano è l’udienza fissata il 5 aprile 2017 , nella quale la Corte di Cassazione si pronuncerà per stabilire se autorizzare il riesame dei reperti della scena del crimine: la difesa punta a chiedere la revisione del procedimento giudiziario che ha visto i due coniugi condannati per aver ucciso i vicini di casa Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli, e Valeria Cherubini con il suo cane.
A undici anni dal massacro Rosa Bazzi e Olindo Romano sperano di poter riaprire il caso puntando su reperti mai esaminati nell’inchiesta. Secondo i legali ci sono tracce biologiche non rilevate nelle indagini come alcune presenze pilifere sulla felpa di Youssef: un capello castano chiaro lungo 10 centimetri fra la manica destra e il cappuccio, un capello nero di un centimetro e mezzo sulla parte anteriore, due capelli sulla parte posteriore. Inoltre, secondo la difesa, ci sarebbero ancora da esaminare le porzioni dei polpastrelli del bambino, le unghie delle altre tre vittime, una macchia di sangue sul terrazzino di Raffaella, un mazzo di chiavi nell’alloggio, un accendino sul pianerottolo e alcuni mozziconi di sigaretta. I legali dei due coniugi avrebbero dalla loro parte il parere favorevole del sostituto procuratore generale Massimo Galli che nella sua requisitoria ha giudicato plausibile il ricorso. Spetterà comunque alla Cassazione decidere se annullare l’ordinanza con cui la Corte d’appello di Brescia ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa. Annullata l’ordinanza, chiedono i legali della difesa, deve essere l’Appello bresciano, in quanto giudice di revisione, a disporre l’incidente probatorio. Nel mentre Olindo e Rosa stanno scontando l’ergastolo: la Bazzi nel carcere di Bollate, Romano in quello di Opera.
Una cosa è certa, ad oggi questo è uno degli episodi di cronaca più cruenti della storia italiana. L’11 dicembre 2006, in un appartamento del centro di Erba, 4 persone furono uccise a colpi di coltello e spranghe e successivamente l’abitazione fu incendiata.
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